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mercoledì 31 agosto 2022

L'inverno

Prenderemo in esame la storia di tre donne nella Scrittura. Tutte e tre hanno incontrato il Signore in un momento particolare della loro vita.


“Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e molta gente della città era con lei” Luca 7:12. 

La gente in lutto non lo fermò. Nemmeno la grande folla o la bara trasportata in braccio. Fu la donna, il dolore sul suo volto, i suoi occhi arrossati. Stava portando fuori suo figlio il suo unico figlio. Se c'è qualcuno che sa quale sofferenza deriva dalla perdita del proprio unico figlio, quello è Dio.


“La donna samaritana gli disse: Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?” Giovanni 4:9.

La donna non parlò molto, la storia della sua vita era scritta fra le rughe del suo viso. Le ferite di cinque storie spezzate avevano lasciato il segno, ognuna di esse aveva procurato delle incisioni nel suo cuore. Silenziosamente il divino chirurgo tirò fuori dalla sua borsa l'ago della fede e il filo della speranza e ricucì la sua anima ferita.


“E una donna che aveva un flusso di sangue da dodici anni ed aveva spesa nei medici tutta la sua sostanza senza poter esser guarita da alcuno”  Luca 8:43.

Quando andò dal Signore non le era rimasto più niente. I dottori le avevano preso fino all'ultimo soldo. La diagnosi le aveva sottratto l'ultima speranza e l'emorragia l'aveva privata dell'ultima goccia di energia. Non aveva più soldi, non aveva più amici, non aveva più alternative. Con l'ultimo brandello della sua vita in una mano e la preghiera nel cuore si fece largo fra la folla. Quando la sua mano toccò la veste del Signore avvenne una specie di “trasfusione”, una “virtù” era uscita dal Signore (v.46) sanandola. 

Al Signore non importava che la donna si fosse rivolta a Lui come ultima risorsa, gli interessava soltanto che fosse venuta.


Tre donne. Una in lutto, una respinta e una malata. Ognuna sola. Sola nell'inverno della vita.

Anche se non sappiamo che aspetto avessero è lecito pensare che le sole teste che si sarebbero voltate quando passavano per strada erano teste scosse dalla pietà. Se il Signore le avesse ignorate, chi avrebbe prestato loro attenzione? In una società in cui le donne erano appena un gradino o due sopra agli animali domestici, nessuno avrebbe avuto da ridire se Egli fosse passato oltre il funerale, se si fosse limitato a restare in silenzio all'ombra del pozzo o avesse ignorato lo strattone alla Sua veste. 

Dopotutto erano solo tre donne. Donne sciupate, tristi, affaticate.

Secondo i parametri del mondo quelle tre donne non potevano dare nulla in cambio. Non più ora mai. Adesso era l'ora di spingerle fuori nel rigido inverno della vita. E il Signore le trovò lì, nel gelido vuoto dell'inutilità.

Ti suona familiare? Certo anche noi abbiamo la nostra gente d'inverno o magari ne conosciamo alcune. La società non sa che cosa farsene di loro.

E noi? Li abbiamo finora ignorati? Hanno storie troppo tristi o troppo complicate per attirare il nostro interesse?

Pensaci. Ognuna di esse ha bisogno di “una trasfusione”, necessita di quell'ago e di quel filo che il Signore ha usato per ricucire  o deve essere consolata, deve conoscere Colui che è la risurrezione e la vita.

Voltare la testa dall'altra parte è molto più facile ma il Signore non lo ha fatto e non lo devi fare neppure tu.