“Mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra”.
Atti 1:8
Essere testimoni
Per essere un “testimone” del Vangelo non c'è bisogno di
essere un “evangelista”. Il Signore dice “voi mi sarete testimoni” e non “vorrei che mi foste testimoni”. La
capacità di compiere dei miracoli era stata data all'inizio ai primi
predicatori per accreditare l'Evangelo sia presso i Giudei che presso i pagani,
per dimostrare loro che quel messaggio proveniva
veramente da Dio. Ma è la Parola di Dio che, sotto l'azione dello Spirito
Santo, lavora le coscienze e trasforma le vite; lo Spirito “convince di peccato”
(Giovanni 16:8) e la Parola produce, in chi l’accoglie, una nuova nascita (1
Pietro 1:23, Giovanni 3:3-12).
Un testimone è chiamato a dire con sincerità ciò che ha visto,
sentito o sperimentato. Così, all’inizio del cristianesimo “quelli che erano
stati dispersi dalla persecuzione avvenuta a motivo di Stefano”, dei semplici
credenti, andarono qua e là annunciando la Parola, prima ai Giudei e in seguito
anche ai Greci, “e la mano del Signore era con loro; e gran numero di gente,
avendo creduto, si convertì al Signore” (Atti 11:19-21). Non ci è dato alcun
nome di quei testimoni; avevano dovuto fuggire per la persecuzione, ma in tutti
i luoghi dove si erano dispersi avevano annunciato con zelo il Signore Gesù e
l’esperienza che avevano fatto con Lui.
Ancora oggi, tutti i credenti sono chiamati ad essere dei
testimoni. Siamo pronti e disponibili per le occasioni che si presenteranno? Vi
sono certamente anche degli “evangelisti”, ai quali il Signore dà delle
capacità particolari nel compito di predicare il Vangelo della grazia di Dio (Efesini
4:11), e che abbiamo il dovere di sostenere con le nostre preghiere e i nostri
doni (Ebrei 13:16). Ma a tutti noi che abbiamo creduto è dato il privilegio e
il compito di raccontare agli altri,
in vista della loro salvezza eterna, cos’ha
fatto Lui per noi e quanta gioia c’è ora nei nostri cuori.