Da un lato i luoghi di culto diminuiscono di numero o si spopolano; dall'altro si formano grandi “chiese” che avvalendosi dell'etichetta cristiana crescono. Un cristianesimo così instabile e alterato è inutile per un mondo che ha bisogno di Cristo. Sono cambiati i modi e le forme dei nuovi radunamenti definiti più “moderni”. Cresce lo spazio per i cori, la musica e le nuove forme di intrattenimento, ma diminuisce lo spazio per la Parola di Dio.
Che strano? Eppure il mandato da parte di Cristo non è cambiato: Conversione, santificazione, radunamento avendo come centro il Signore.
Se nella chiesa primordiale «tutti quelli, che credevano, erano insieme» (At 2,44) e cioè «tutti i giorni… prendevano il loro cibo insieme con letizia e semplicità di cuore» (v. 46), è evidente che mutarono le usuali convenzioni, che li vedeva frequentare le sinagoghe soltanto di sabato (At 13,14 15,21 18,4). Inoltre, essi si incontravano anche nelle case. È evidente che essi, incontrandosi, non partecipavano solo alle riunioni, ma alla vita comune. In tale fermento nuovo, che creava forme nuove di socializzazione religiosa e umana, era tutto un aggiungere alla comunità (v. 47), non un allontanarsi da essa per motivi d’individualismo.
Nella vita dei primi cristiani, l'aspetto di maggior rilievo era la viva sensazione di essere il popolo di Dio, chiamato e serbato da parte. La chiesa non si riteneva un'istituzione di origine umana e pertanto riunita secondo quelle regole, bensì divina e quindi mossa da leggi celesti. La loro cittadinanza non era sulla terra, ma nel cielo, e i principi e le leggi con le quali si amministravano provenivano dall'alto. Il mondo presente era considerato temporaneo: la vera vita li attendava nel futuro. Lo Spirito era presente e operante nella vita di ogni giorno e tutte le benedizioni cristiane ne erano i frutti.
“Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore, e dissero: Fratelli, che dobbiamo fare?” Atti 2:37.
Dovremo dare per scontato che ogni credente sia impegnato a favore della chiesa. Non solo siamo impegnati con Cristo, siamo anche impegnati con il corpo di Cristo e non lo siamo solo noi, anche Dio lo è. E' vero che possiamo essere insoddisfatti da certi andamenti nella chiesa come istituzione; ma siamo pur impegnati per Cristo e la sua chiesa.
“Come il padre ha mandato me io mando voi” Giov. 20:21. Entrò nel nostro mondo, prese la nostra natura, visse la nostra vita e morì della nostra morte e ora ci chiama ad entrare nel mondo di altre persone, come egli entrò nel nostro per condurle nella sua chiesa.