Dove
il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato
regnò mediante la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita
eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
Romani
5:20, 21
La croce, una duplice prova
La croce dove Gesù Cristo è stato
inchiodato rivela nello stesso tempo l’odio dell’uomo e l’amore di Dio.
Infatti, quand’era sulla terra,
Gesù è andato di luogo in luogo facendo del bene; ma i suoi concittadini,
invece di riconoscere la Sua devozione al servizio degli altri, l’hanno odiato
e hanno cercato di sbarazzarsi di Lui. È stato condannato a morte e inchiodato
su una croce tra due malfattori; non si è alzata nessuna voce in sua difesa per
denunciare quel crimine! Cristo crocifisso è la tragica dimostrazione di ciò
che gli uomini sono capaci di fare. Di fronte ad un simile atto, anche Dio è
rimasto in silenzio e non ha giudicato subito quelli che se n’erano resi
colpevoli. Inchiodato sulla croce, Gesù Cristo ha chiesto a Dio di perdonare
coloro che lo crocifiggevano; ha detto: “Padre, perdona loro, perché non sanno
quello che fanno” (Luca 23:34).
Mentre si scatenava l’odio degli
uomini, Gesù dava la propria vita per
amore. Ha dato prova che nulla poteva alterare il Suo amore per le Sue
creature; ha accettato che Dio facesse
cadere su di Lui il castigo meritato dai nostri peccati. Sulla croce ha
detto: “È compiuto” (Giovanni 19:30) e “Padre, nelle tue mani rimetto lo
spirito mio” (Luca 23:46).
Col passare dei secoli, il cuore
umano non è per nulla migliorato, ma l’amore di Gesù rimane lo stesso. Egli è
come una roccia immutabile sulla quale possiamo fondare senza timore la nostra
esistenza.