Dio
mio, hai moltiplicato i tuoi prodigi… Sono troppi per essere contati.
Quanto
sono numerose le tue opere, SIGNORE! Tu le hai fatte tutte con
sapienza.
Meditate
su tutte le sue meraviglie.
Salmo
40:5; 104:24; 105:2
Dall’infinitamente grande
all’infinitamente piccolo (2)
“Che importanza può avere per Dio
la nostra terra, così minuscola nell’universo? E quanta ne può avere l’essere
umano?”
Così ragionava un astronomo che
aveva abbandonato la fede della sua giovinezza. L’immensità dei cieli gli aveva
tolto la fiducia nella Bibbia perché pensava: “Come può Dio preoccuparsi
dell’uomo, che è meno di un granello di sabbia confrontato al resto del creato?”
Ma la sua sete di conoscenza non
gli dava riposo. Potendo studiare il cielo col suo telescopio solo di notte
decise, durante il giorno, di trascorrere qualcuna delle ore di libertà a fare
ricerche col microscopio. Ed ecco che nuovi mondi si aprivano davanti ai suoi
occhi, mondi altrettanto meravigliosi come quelli della volta celeste. Allora,
lentamente, gli ritornò la fede. Se Dio può occuparsi di particolari così
minimi – pensò – e fare formicolare di vita il mondo microscopico, deve, a
maggior ragione, interessarsi dell’uomo, creatura molto più complessa in campo
biologico. Tali riflessioni gli diedero una visione più equilibrata delle cose,
tolsero i suoi vecchi pregiudizi e lo ricondussero a Dio.
Dio
ha amato l’uomo di un amore eterno
e, nonostante la sua caduta morale, lo attira con bontà (Geremia 31:3). Possiamo
abbandonarci a Lui e accettare con piena fiducia la salvezza che ci offre per
grazia e per mezzo della fede.