Dio…
non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.
Romani
8:31, 32
Il
Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati
2:20
Il
monte dell’Eterno
Genesi
22:1-14
Avevo
circa dieci anni. Un amico, venuto dal Belgio, visitava le chiese cristiane
della mia regione. I miei genitori lo invitarono a casa nostra. Terminato il
pranzo, egli prese la sua Bibbia e ci lesse il capitolo 22 della Genesi che
rievoca la strada percorsa da Abraamo mentre risaliva con il figlio le pendici
del monte Moria. Stavano per arrivare al punto designato da Dio, quando il
figlio Isacco gli pose la domanda: “Padre mio!… Ecco il fuoco e la legna; ma
dov’è l’agnello per l’olocausto?” Che cosa poteva rispondergli? Avrebbe potuto
dirgli: “Sei tu, figlio mio”? No. Abraamo rispose: “Dio stesso si provvederà
l’agnello per l’olocausto”. Bisognava andare avanti fino al momento in cui il
padre avrebbe preso il coltello per sacrificare il figlio.
Il mio
cuore di bambino batteva molto forte. Non sapevo che Abraamo avrebbe trovato un
montone da offrire al posto di Isacco e che Dio non avrebbe mai permesso a quel
padre di offrire il proprio figlio (Geremia 32:35); quella era solo una prova
della sua fede. Il nostro amico capì il mio stupore e mi disse: “Voglio
portarti un po’ più lontano. Vieni, andiamo al Calvario dove Gesù è stato
crocifisso. Lì è Dio stesso che offre il proprio Figlio, e nessuno gli ha
trattenuto la sua mano. Nessuno poteva sostituirlo. Così Dio lo ha colpito,
non l’ha risparmiato. Sai perché? Perché Gesù aveva preso su di sé i peccati di
tutti quelli che credono in lui, per ottenere il loro perdono e la loro
salvezza”.