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lunedì 5 agosto 2019

05 agosto


Essi stessi raccontano… come vi siete convertiti dagl’idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero.
1 Tessalonicesi 1:9

Convertiti per servire

L’apostolo Paolo non soltanto non aveva bisogno di parlare della fede dei Tessalonicesi, ma nemmeno aveva bisogno di raccontare come lo Spirito Santo, all’inizio, si era servito di lui quando aveva predicato nella loro città. Erano cose ben conosciute nella Macedonia e nell’Acaia. Inoltre, le notizie della loro conversione e della loro consacrazione, oltre che della loro fiduciosa attesa del ritorno del Signore, si erano sparse dappertutto.
La loro conversione era stata straordinaria. Era stata, per così dire, un dietro-front, un cambiamento totale di direzione. Nel testo greco leggiamo che essi si erano rivolti dagli idoli a Dio. Questo ci fornisce la più chiara spiegazione di ciò che è la conversione, il passaggio dalle tenebre alla luce. Dio per prima cosa ci attira a Sé, e questo ci fa abbandonare gli idoli. Non si pensi che idoli siano soltanto le statue. Idolo è tutto ciò che nel nostro cuore prende il posto che appartiene a Dio solo. Nella sua nuova posizione, colui che è convertito può da quel momento in avanti contemplare “a viso scoperto… la gloria del Signore” (2 Corinzi 3:18), il suo Salvatore.
In secondo luogo, si parlava della loro consacrazione: da quando si erano convertiti, il loro scopo era di servire il Dio vivente e vero. Che contrasto rispetto a servire dei falsi dèi senza vita! È una grazia che Dio si serva dei suoi figli. È un favore e un privilegio essere Suoi servitori per compiere i Suoi disegni.
La nostra responsabilità come servitori (o schiavi, poiché questo è qui il senso della parola) è di mettere da parte la nostra propria volontà e ricercare quella del Signore per compierla. “Io amo il mio padrone”, poteva dire il servo ebreo, “io non voglio andarmene libero” (Esodo 21:5). Abbiamo già considerato questo? “Egli lo servirà per sempre”; che preziosa dedizione! Ricordiamoci che il nostro Signore è stato anzitutto Colui che ha preso la forma di schiavo, e che è divenuto ubbidiente fino alla morte della croce (Filippesi 2:5-11).