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martedì 13 agosto 2019

13 agosto

La prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.
Giacomo 1:3, 4

L’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza.

Romani 5:3, 4


La pazienza

Generalmente si usa la parola “pazienza” per indicare la capacità di qualcuno di aspettare: per esempio, in una fila di auto su una strada intasata, alla cassa del supermercato o allo sportello di un ufficio pubblico.
Nei versetti di oggi, la pazienza indica la capacità spirituale che il cristiano può acquisire per superare i momenti difficili senza scoraggiarsi. Quando è praticata così, perché piace al Signore che ne ha dato l’esempio, la pazienza diventa una virtù che non ha niente a che vedere col fatalismo o la rassegnazione di fronte a certi avvenimenti che non possono essere modificati.
Il credente sa che la prova non sopraggiunge per caso: “Chi prova i cuori è il SIGNORE” (Proverbi 17:3). Spesso è permessa da Dio con uno scopo ben preciso: “Qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 12:11). E la prova è misurata: non supererà quello che possiamo sopportare (1 Corinzi 10:13).
Il cristiano può essere paziente, perché confida in Dio. È amato dal Padre onnipotente e perfettamente saggio. Così accetta senza lamentarsi le difficoltà che gli si presentano. Vivendole con il Signore, nella sottomissione e nella fiducia, può attraversarle con serenità.
La prova è un mezzo di formazione tra le mani di Dio per fare progredire i suoi figli nella conoscenza di ciò che Egli è: amore, saggezza, potenza e fedeltà.

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