Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene… infatti, il bene che voglio non lo faccio… Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
Romani 7:18, 24, 25
La conoscenza del bene e del male
Nel giardino di Eden, l’albero della
conoscenza del bene e del male era proibito. L’uomo, sebbene fatto a
somiglianza di Dio, è un essere limitato. Quando ha disubbidito, con
l’illusione di diventare come Dio, ha conosciuto il bene e il male, ma senza la
capacità di compiere sempre il bene e senza l’energia di evitare sempre il
male. Per questo è colpevole.
Ma Dio non ha abbandonato la sua creatura.
La rivelazione che ha dato di Se stesso, fin dai tempi più remoti, doveva
proprio servire a spingere l’uomo verso il bene, a ridargli la possibilità di avere comunione col suo Creatore, se si
fosse uniformato ai suoi pensieri e avesse ubbidito alle sue leggi.
La Parola scritta, venuta in
seguito, è stata ed è tuttora una luce per l’essere umano, una guida
indispensabile e insostituibile. Ma orizzonti straordinariamente più vasti
nella conoscenza di Dio si sono aperti con la venuta di Cristo che ci ha
rivelato l’amore di Dio per la sua creatura decaduta e il suo piano di salvezza
“per grazia, mediante la fede”(Efesini 2:5). Chi crede al sacrificio di Cristo
ha ora la possibilità di entrare con Dio in una relazione vivente ed eterna.
L’apostolo Paolo scriveva ai
credenti della città di Filippi: “Prego… perché possiate apprezzare le cose
migliori… ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo,
a gloria e lode di Dio” (Filippesi 1:9-11).