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domenica 6 aprile 2025

06 aprile - Perché pregare? (2)

La mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto, e là pregava.

Marco 1:35

 

Egli andò sul monte a pregare, e passò la notte in preghiera a Dio.

Luca 6:12

 

Perché pregare? (2)

 

Quando preghiamo, seguiamo l’esempio di Gesù Cristo, degli apostoli e dei Suoi servitori. Il Signore era veramente l’Uomo di preghiera. Ha pregato tutta una notte prima di scegliere i discepoli. Pregava prima di prendere cibo, pregava davanti alle sofferenze della gente. Le Sue prime parole sulla croce, come pure le ultime, sono state preghiere rivolte al Padre. Più tardi, è in risposta alla Sua richiesta che il Padre ha mandato lo Spirito Santo. E ora, nel cielo, “vive sempre” per intercedere per quelli che cercano Dio (Ebrei 7:25).

L’apostolo Paolo era un uomo di preghiera, sia durante il suo ministero pubblico, sia quand’era in prigione. Lui e uno dei suoi compagni, dopo essere stati picchiati e incarcerati nella città di Filippi, “pregando, cantavano inni a Dio” (Atti 16:25). Nella prigione di Roma, Paolo pregava per le chiese dei credenti, e a loro chiedeva di pregare per lui e di combattere con lui nelle preghiere (Romani 15:30; 1 Tessalonicesi 5:25).

Quelli che, nel corso dei secoli, sono stati zelanti e utili nella Chiesa, erano tutti uomini e donne di preghiera. È per mezzo della preghiera che la Parola di Dio si è sparsa nel mondo. Maria Stuarda, regina di Scozia del 16° secolo, diceva di temere le preghiere di John Knox (pastore scozzese) più di un intero esercito! Che si tratti di evangelisti, per mezzo dei quali numerose persone sono venute al Signore, o di predicatori che hanno insegnato la Parola di Dio, tutti hanno compreso l’importanza della preghiera. Seguiamo il loro esempio! 

(segue)

sabato 5 aprile 2025

Chi è Gesù?

Parlando con un fratello mi raccontava di un suo conoscente che dopo aver fatto colazione al bar, nel raccogliere le chiavi che aveva appoggiate sul bancone, si è accorto che la sua mano non rispondeva più. Molto preoccupato è andato subito al pronto soccorso. Ed eccolo lì in un letto di ospedale, con il corpo sottoposto agli esami più approfonditi, con l'anima alla deriva e la sua vita di uomo attivo sconvolta. Visitato da questo fratello gli aveva rivelato le sue ansie: Chi farà il mio lavoro? La sua squadra di calcetto che doveva disputare le eliminatorie come avrebbero fatto? Niente riguardo alla sua anima o a ciò che sarebbe avvenuto “dopo”. I suoi pensieri riguardo a Cristo si limitavano a: era una brava persona ed è stato ucciso. Ma il Signore non aveva niente di simile agli altri al di fuori del corpo fisico.

Tutta la natura dell'insegnamento del Signore era diversa da quella di tutti gli altri. Il Signore attestò di avere un ruolo unico e una posizione unica fra tutti gli uomini.

Tutti erano delle pecore smarrite; Egli era invece il Buon Pastore venuto per cercarle e salvarle.

Tutti erano contagiati dalla malattia del peccato; Egli era il medico che era venuto a guarirli.

Tutti gli uomini erano immersi nelle tenebre del peccato; Egli era la luce del mondo.

Tutti erano affamati; Egli era il pane della vita.

Tutti erano morti nei loro falli e nei loro peccati; Egli era la vita e come il granello di frumento sarebbe caduto in terra (cioè morto) per portare molto frutto (vita).

Il Nuovo Testamento non si occupa solo di ciò fu ma anche di ciò che fece. Perciò non si è presentato solo come Signore, ovvero una persona “unica”, ma anche Salvatore che morì sulla croce per compiere un'opera “unica”.

Per comprendere la sua opera dobbiamo però comprendere chi siamo noi e chi è Lui. La sua opera fu compiuta per noi; fu l'opera intrapresa per persone bisognose di aiuto dall'unico che avesse le qualità necessarie per poter venire incontro ai loro bisogni. 

“Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l'imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” Isaia 9:5.

Egli è l'Ammirabile, il più bello fra i figli degli uomini (Salmo 45:2). Non esiste nessuno pari a Lui. E' l'amico più affezionato di un fratello (Prov. 18:24) che ci ha amati anche quando eravamo dei nemici. E' un profeta che ha parlato come nessun altro uomo ha parlato. E' la roccia che dà l'acqua viva, di modo che se ne uno ne beve non avrà mai più sete. E' il sacerdote che è seduto alla destra di Dio e possiede un sacerdozio eterno. E' lo sposo che tornerà a prendere la sua sposa. E' il re dei re il Signore dei signori. Eppure sono moltitudini coloro che affermano: Non vogliamo che costui regni su noi. Luca 19:14.

05 aprile - Perché pregare? (1)

Propose loro ancora una parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi.

Luca 18:1

 

Non cessate mai di pregare.

1 Tessalonicesi 5:17

 

Perché pregare? (1)

 

Dio sa le cose di cui abbiamo bisogno. Potremmo quindi chiederci a cosa serve pregare.

Prima di tutto, non dimentichiamo che la preghiera non si limita a presentare delle richieste: vi sono delle preghiere di ringraziamento e di lode, e preghiere con le quali esprimiamo a Dio i nostri bisogni o confessiamo le nostre cadute… Ci sono anche preghiere nelle quali gli confidiamo semplicemente i nostri pensieri.

Ma per quale motivo dobbiamo presentare le nostre richieste a Dio? Perché è questo il mezzo che Egli ci ha dato per ricevere da Lui delle risposte. Dio ama comunicare, ama dare. Non è come gli dèi pagani che “hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono” (Salmo 115:5-6). Da quando ha creato l’uomo, Dio ha parlato. Quando Adamo ed Eva hanno peccato, ha parlato con loro, li ha interrogati, ed ha ascoltato le loro risposte. Egli desidera che i Suoi figli gli parlino. Questa è la preghiera! Parecchi versetti della Bibbia incoraggiano a pregare:

- “Chiedete e vi sarà dato… perché chiunque chiede riceve” (Matteo 7:7, 8).

- “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti” (Filippesi 4:6).

- “Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica” (Efesini 6:18).

- “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione” (Matteo 26:41).

- “ Non avete, perché non domandate” (Giacomo 4:2).

(segue)

venerdì 4 aprile 2025

Un basso livello di vita spirituale

Dobbiamo avere ben chiaro che la nostra carne e la nostra mente saranno sempre il bersaglio preferito di Satana, ed è questo il pass (chiave d’accesso) del nostro nemico quando vuole attaccarci.

I suoi attacchi hanno sempre uno scopo ben definito che è quello di impedirci di avere un “normale” cammino spirituale fatto di progresso e di crescita attraverso una vita piena di preghiere, comunione, studio biblico e testimonianza.

Satana sa bene che se vuole “tenere basso” il nostro livello di vita cristiana deve far alzare qualcosa d’altro.

Mi spiego meglio, egli sa come usare molto bene le leve del materialismo, o dell’egoismo ad esempio riempiendoci di tanti impegni di lavoro, oppure riempiendoci di tanti hobby, o perché no, massicce dosi di ozio.

Così facendo farà in modo o di non farci pensare alle cose spirituali (“Non ho tempo”) oppure di farci pensare in negativo “Nell’assemblea non c’è amore; nell’assemblea ci sono già altri che lavorano”. 

La vita agitata e impegnata di oggi, è sempre più fatta di corse contro il tempo.

Manovrando in modo tale da non darci nemmeno il tempo di guardarci dentro, facendoci riflettere sul nostro stato spirituale. Oh, solo il Signore sa quanto ne abbiamo bisogno, e quanto è importante fermarci a riflettere sul nostro stato e sull’andamento della nostra vita cristiana!

• Ho un appuntamento quotidiano con il nutrimento della Parola di Dio?

• Mi sento veramente dispiaciuto a mancare ad una sola delle riunioni di chiesa?

• Mi preoccupo per ogni fratello o sorella che non si vedono ad una riunione?

Quando parliamo di ubbidienza alla Parola di Dio sicuramente molti potranno storcere il naso, e sentirsi limitati, perché il concetto dell’ubbidienza è sempre più considerato relativo! In realtà dietro ad ogni comandamento della Parola di Dio c’è lo scopo di proteggere l’individuo da un pericolo anche mortale, che possiamo anche non vedere o conoscere, ma Dio sì! Ricordiamoci sempre che lui è la luce e noi abbiamo bisogno di essere illuminati.

04 aprile - La lezione del granello di frumento

Quello che ha ricevuto il seme nella terra buona, è colui che ode la parola (di Dio) e la comprende; egli porta del frutto.

Matteo 13:23

 

Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore produce molto frutto.

Giovanni 12:24

 

La lezione del granello di frumento

 

Con l’immagine di un semplice granello di frumento, la Bibbia c’insegna diverse cose.

– Nella parabola del seminatore (Matteo 13), Gesù paragona la Parola di Dio a un chicco di grano che viene seminato e finisce in terreni diversi. Quando viene predicata, è accolta in vari modi. Alcuni la ignorano o la rifiutano o dopo un po’ la dimenticano e così non porta frutto. Ma altri la ricevono nel cuore come il seme in una “terra buona”, e la Parola porta frutto abbondante, visibile nella loro vita.

– Il seme di grano ci parla anche del Signore che si è sacrificato per dare la vita a noi peccatori. Come dice il versetto del giorno, ha dovuto venire in terra e morire per produrre del frutto. Gesù, quando paragona se stesso al granello di frumento, dice anche che deve morire per non restare solo (Giovanni 12). Alla fine della Sua vita perfetta, avrebbe potuto tornare al cielo senza dover morire. Ma sarebbe rimasto solo! Gesù ha scelto di morire per dare la vita eterna a tutti quelli che avrebbero creduto in Lui. Sono loro i frutti preziosi della Sua morte in croce, i Suoi “riscattati”.

– Ma il granello di frumento ci parla anche della risurrezione del corpo dei credenti. Come un seme di dimensioni insignificanti, messo in terra, diventa una magnifica spiga, così il corpo del credente, deposto nella terra, sarà risuscitato e trasformato in un corpo glorioso, simile a quello del Signore Gesù. Del nostro corpo è detto: “È seminato ignobile e risuscita glorioso” (1 Corinzi 15:43).

giovedì 3 aprile 2025

L'amore di Dio

Di tutti gli attributi di Dio, l'amore è certamente quello più conosciuto e il meno compreso. La maggior parte delle persone che professano di aver creduto nell'esistenza di Dio credono che Dio sia amore. Tale attributo è indubbiamente inerente alla natura di Dio, ma non come pensa la maggior parte della gente. Molte persone influenzate dalla teologia moderna, ritengono che l'amore e la bontà di Dio siano tali da escludere altri attributi come: santità e ira contro il peccato. Questo loro “Dio” riflette l'immagine di una divinità esclusivamente benevola, a volte lontana e indifferente ma tollerante e permissiva che non si fa problemi di giustizia e santità, semplicemente sorvola sui misfatti umani e accoglie benevolmente tutti così come sono.

Molti oggi sarebbero scandalizzati se Dio fosse descritto con caratteristiche diverse.

“Tu, che hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e che non puoi tollerare lo spettacolo dell'iniquità” Abacuc 1:13.

Edwards, un famoso predicatore, aveva dato uno strano titolo alla sua campagna di evangelizzazione: “Peccatori nelle mani di un Dio adirato”.

La Sua ira brucia come il fuoco, i Suoi occhi sono troppo puri per guardarti. Tu lo hai offeso più di quanto un ostinato ribelle abbia offeso il suo principe. Tuttavia la Sua mano ti trattiene e impedisce che tu cada nel fuoco. Solo per questo motivo non sei sprofondato nell'inferno mentre dormivi la notte scorsa e ti sei svegliato di nuovo questa mattina. E' solo perché Dio ti ha trattenuto che non sei precipitato all'inferno questa mattina. Ancora adesso, mentre stai seduto sulla tua sedia con atteggiamento d'indifferenza, non riesci a scorgere che è la mano dell'amore di Dio che ti ha trattenuto ma la Sua ira è accesa contro di te.

Rifletti. Ravvediti e approfitta dell'opportunità che Dio ti ha concesso ancora in questo giorno, non continuare a sfidare la Sua pazienza.

03 aprile - Morire bene o vivere a lungo?

Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio.

Filippesi 1:23

 

Quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio?

1 Pietro 4:17

 

Morire bene o vivere a lungo?

 

Il sovrano francese Luigi XI (1423-1483) era, a quanto si dice, astuto e crudele. Verso la fine della sua vita divenne sempre più turbato e fece di tutto per allontanare la morte. Quaranta sentinelle facevano la guardia al suo castello di Plessis-lès-Tours, perché temeva di essere vittima di qualche vendetta. Si circondò anche di un gran numero di medici per prevenire e curare per tempo un’eventuale malattia mortale. Infine, fece venire dall’Italia Francesco da Paola, un eremita francescano che si diceva che fosse in grado di prolungare la vita. Il re gli promise una forte somma di denaro se gli avesse assicurato una buona salute e una lunga vita. Ma Francesco, che era un uomo saggio, gli spiegò che solo Dio aveva il potere di prolungare l’esistenza e che era più importante morire bene che vivere a lungo.

Prendiamo in seria considerazione questo insegnamento tanto più che oggi, come il re Luigi XI, preferiscono vivere a lungo piuttosto che terminare “bene” la loro vita terrena.

Ma cosa si deve intendere con “morire bene”? Forse che è meglio morire in casa propria piuttosto che in ospedale? O andarsene nel sonno, senza sofferenza, o circondati da coloro che si amano? No, non si tratta di questo! Morire bene è morire in pace con Dio, sapendo di andare in cielo, non perché si è migliori degli altri, ma perché si è creduto nel Signore Gesù, il solo Salvatore. 

“Il Padre ama il Figlio e gli ha dato ogni cosa in mano. Chi crede nel Figlio ha vita eterna” (Giovanni 3:35-36).

mercoledì 2 aprile 2025

02 aprile - Gesù, grande vincitore della morte

Come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così anche il Figlio (di Dio) vivifica chi vuole.

Giovanni 5:21

 

Gesù, grande vincitore della morte

 

I Vangeli ci presentano sovente Gesù, “il Principe della vita”, di fronte alla morte:

- Un bambino è in fin di vita; suo padre supplica il Signore di andare da lui prima che muoia. Il Signore lo rimanda indietro con queste parole: “Va’, tuo figlio vive”. Il padre crede alle parole del Signore, torna a casa e trova il figlio guarito (Giovanni 4:46-53).

- Gesù è in cammino per andare in una casa dove una ragazza di dodici anni è, anch’essa, in fin di vita. Il padre gli fa strada. Ma una notizia terribile lo raggiunge: “Tua figlia è morta; perché incomodi ancora il Maestro?”. Gesù lo rassicura e proseguono il cammino. Giunto in quella casa, trova la ragazza nel letto, morta. La prende per mano e le dice: “Ragazza, ti dico: alzati!”. E lei subito “si alzò e camminava” (Marco 5:35-41).

- Un corteo funebre s’incrocia con Gesù e i suoi discepoli. Il morto è un ragazzo, figlio unico di una donna vedova. Gesù si avvicina e dice alla madre: “Non piangere”. Poi tocca la bara. Con autorità pronuncia queste parole: “Ragazzo, dico a te, alzati”, e il morto risuscita (Luca 7:12-15).

- Uno degli amici di Gesù è malato, e dopo qualche giorno muore. Quando Gesù arriva, il morto è già nel sepolcro da quattro giorni. Gesù ordina di togliere la pietra che chiude l’imboccatura e grida: “Lazzaro, vieni fuori!”, e il morto esce. Ha le mani e i piedi avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. “Scioglietelo e lasciatelo andare”, ordina il Signore (Giovanni 11:39-44).

“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (Giovanni 11:25).

martedì 1 aprile 2025

Speravamo

“Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute” Luca 24:13-14.

Due discepoli camminano su una strada polverosa diretti al villaggio di Emmaus. La loro conversazione è incentrata su Gesù crocifisso. Parlano fra loro e dalle loro parole traspare la delusione. 

Non faremo certo fatica a immaginare le loro parole.

“Non ci posso credere è morto”. “E adesso che facciamo?”

In quel momento uno straniero li raggiunge unendosi a loro e mostra interesse per la loro conversazione “Egli domandò loro: Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?” v.17.

I due discepoli si fermarono stupiti. “Ed essi si fermarono tutti tristi. Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?” v.18.

Questa scena mi affascina. Due discepoli sinceri che raccontano l'accaduto, secondo ciò che loro si aspettavano, e Dio... in altre vesti li ascolta pazientemente.

Che cosa straordinaria.

L'opera della salvezza è stata portata a termine. Ora l'attende un trono e la gloria che aveva lasciato per compierla. Ma non si è posto a sedere, è li a fianco dei suoi e cammina a loro fianco. Non è disposto a lasciarli così. Sono delusi, sconfortati, tristi.

“Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele”.

Noi speravamo... Quante volte hai sentito un'espressione del genere?

“Speravo di superare l'esame”. “Speravamo che l'operazione rimuovesse il tumore”.

“Pensavo che il lavoro fosse sicuro”.

Parole grigie di delusione. Ciò che volevamo non si è verificato. Ciò che si è verificato non lo volevamo. 

Il risultato? 

Speranze infrante. Il fondamento della nostra vita traballa.

Arranchiamo verso Emmaus strisciando i nostri piedi nella polvere, chiedendoci che cosa abbiamo fatto mai per meritarci una simile sciagura. Dio potrebbe essere il nostro compagno di viaggio senza che ce ne rendiamo conto.

La loro non è mancanza di fede, ma mancanza di visione. I loro ragionamenti si fondavano su ciò che loro pensavano.

Non siamo molto diversi da quei viaggiatori  oppressi, vero?

Ci rotoliamo nel fango dell'autocommiserazione. Chiediamo la sua volontà e poi abbiamo l'audacia di mettere il broncio se tutto non va come vogliamo noi...

La speranza in Dio non è ciò che ti aspetti o un desiderio da esaudire. No, è qualcosa di più grande. No, è un'assoluta fiducia in Lui che ci ama e trova il suo piacere nel camminare al nostro fianco  e sorprenderci con il suo amore infinito.

01 aprile - Quando leggo la Bibbia

Gesù prese a dire: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli”.

Matteo 11:25

 

Quando leggo la Bibbia

 

Leggendo la Bibbia, posso trovare dei versetti di difficile comprensione (2 Pietro 3:16). Non c’è da stupirsi; non devo dimenticare che la Bibbia è la Parola di Dio e che soltanto lo Spirito di Dio può rivelare al mio spirito la profondità e la portata del suo messaggio. Se oggi non capisco un versetto, sono tuttavia consapevole della saggezza infinita del mio Dio, e so che mi dice la verità. Anche dopo la mia morte, quando sarò con Lui, riconoscerò il valore di ciò che la Sua parola mi avrà insegnato quand’ero sulla terra. “Quando leggo la Parola, è Dio che ci parla. Non ci sono limiti alla fiducia e alla sottomissione che noi dobbiamo alle Sacre Scritture. Quando verrà il giorno in cui entrerò nel mondo invisibile, mi aspetto di trovare le cose proprio come la Parola di Dio me le ha presentate” (A. Monod). 

Se il significato e la portata di alcuni testi biblici sfuggono al mio ragionamento e alla mia logica, devo rimanere in una posizione di ascolto e di preghiera. Ricordiamoci della gioia del Signore Gesù quando lodava il Padre perché aveva nascosto i Suoi pensieri “ai sapienti e agli intelligenti”, e li aveva rivelati “ai piccoli”.

Davanti alla Bibbia chiediamo al Signore, con umiltà e semplicità, di aprirci l’intelligenza per cogliere ciò che vuole trasmettere al nostro cuore (Luca 24:45). I pensieri di Dio non sono i nostri pensieri, anzi, li superano. La Parola di Dio è la verità (Giovanni 17:17). Leggiamola con entusiasmo e senza scoraggiarci.