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mercoledì 30 aprile 2025

30 aprile - 3. La domenica: giorno del Signore

Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena.

Marco 16:9

La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana… Gesù venne e si presentò in mezzo a loro.

Giovanni 20:19

 

3. La domenica: giorno del Signore

Nella Bibbia, non c’è un incontro più commovente di quello della domenica della risurrezione del Signore. I discepoli erano timorosi, il loro Maestro era stato arrestato e condannato a morte; poi crocifisso e deposto in una tomba sorvegliata a vista. Tuttavia, Maria Maddalena era venuta a dire loro che aveva visto il Signore vivente. Non solo, ma aveva per loro anche un messaggio da parte Sua: “Io salgo al padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro” (Giovanni 20:17). Turbati e timorosi, i discepoli si erano comunque riuniti, badando bene di chiudere le porte. Ed ecco che all’improvviso il Signore si presenta in mezzo a loro! Mostrando le mani ferite e il costato forato dalla lancia, dice: “Pace a voi!”!

La domenica seguente, il Signore si presenta nuovamente in mezzo a loro e si mostra in particolare a Tommaso che, dopo aver visto le ferite del Cristo, esclama: “Signor mio e Dio mio!” (Giovanni 20:28).

Così Gesù ha dimostrato che la domenica era il “Suo giorno”, il giorno in cui i credenti si riuniscono per adorarlo e ricordarsi di Lui. Fino ad allora, il primo giorno della settimana non aveva nulla di particolare, se non che era il giorno che seguiva il sabato. Ma da quando il Signore è uscito dalla tomba, da quel “primo” giorno della settimana, il “giorno del Signore” conserva per il cristiano questa caratteristica di giorno consacrato al ricordo della Sua morte e della Sua gloriosa risurrezione. I Giudei si riunivano nella loro sinagoga in giorno di sabato, ma i cristiani si riuniscono la domenica per adorare Dio e ricordarsi del loro Salvatore.

 (segue)

martedì 29 aprile 2025

29 aprile - Pericolo in mare

(Dio ha detto:) Poich’egli ha posto in me il suo affetto, io lo salverò… Egli m’invocherà, e io gli risponderò; sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò.

  Salmo 91:14-15

 

La preghiera del giusto ha una grande efficacia.

Giacomo 5:16

 

Pericolo in mare

 

Hudson Taylor, missionario inglese della fine del 19° secolo, lasciò il suo paese all’età di 21 anni per portare il Vangelo in Cina. Il giovane missionario era consapevole di essere mandato in quel Paese proprio dal Signore, e che doveva contare su di Lui in tutto e per tutto.

È proprio ciò che fece, specialmente durante il lungo e pericoloso viaggio, durato ben cinque mesi e mezzo, sul veliero che lo portava in Cina. Era il 1854. Mentre l’imbarcazione si trovava al largo della Nuova Guinea, il vento cessò improvvisamente e una forte corrente li trascinava verso una scogliera. Gli sforzi per deviare l’imbarcazione erano vani, e il capitano disse: “Abbiamo fatto tutto il possibile; il nostro destino sembra ormai segnato”. “No - rispose Hudson - c’è ancora una cosa che non abbiamo fatto. A bordo siamo in quattro cristiani, e chiederemo al Signore di far alzare il vento”. Dopo un momento di preghiera, il giovane ritornò sul ponte e assicurò che, in seguito alla loro preghiera, ci sarebbe stato del vento e che bisognava quindi spiegare le vele senza tardare. Sprezzante, l’ufficiale rispose che avrebbe preferito udire il sibilo vento piuttosto che sentirne solo parlare… Ma ben presto la cima della vela più grande fremette. Si alzava il vento! Dopo una faticosa manovra il veliero si allontanò dalle rocce che ormai erano vicine.

Hudson Taylor dirà più tardi: “In questo modo, fin dal nostro sbarco sulle rive della Cina, il Signore mi ha incoraggiato a portare a Lui in preghiera ogni specifico bisogno, e a contare particolarmente sul Suo aiuto ogni volta che una situazione urgente lo esigeva”.


domenica 27 aprile 2025

27 aprile - Dove guardiamo?

Ecco una donna che aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: “Donna tu sei liberata dalla tua infermità”. Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio.

Luca 13:11-13

 

Dove guardiamo?

 

Quella donna, piegata in due, ha il volto disperatamente rivolto verso il basso. È così da diciotto anni, non vede altro che il suolo e i propri piedi. Le è impossibile alzare gli occhi per guardare verso il cielo! Accade la stessa cosa a molte persone in questo mondo. Le preoccupazioni, gli insuccessi e le delusioni della vita le hanno curvate; non vedono altro che la terra attorno a loro, le cose immediate e se stessi. Per loro è impossibile alzare gli occhi e volgere lo sguardo verso altri orizzonti, e ancora meno verso il cielo, verso Dio. Non percepiscono che c’è un mondo diverso da quello che cade sotto i loro sensi, un mondo spirituale.

Quella donna avrebbe terminato la sua vita nella miseria e nella malattia se il Signore, vedendola, non l’avesse chiamata. È stato Lui, “Dio manifestato in carne”, a prendere l’iniziativa, perché lei era incapace di alzare il capo per guardarlo. Gesù la chiama e le dice: “Sei liberata dalla tua infermità”.

Le si avvicina e pone le mani su di lei. La tocca e la donna si raddrizza. Ora, liberata da questo legame, ha un altro orizzonte di vita, e glorifica Dio proclamando il Suo amore e la Sua Maestà.

Gesù passa vicino a ciascuno di noi. Non ci promette di eliminare tutte le nostre preoccupazioni, ma ci chiede di ascoltare la Sua chiamata, di credere alla Sua Parola e di alzare la testa per vederlo vicino a noi. Vuole ascoltarci, aiutarci, salvarci. Egli è il “nostro grande Dio e Salvatore” (Tito 2:13).               

sabato 26 aprile 2025

26 aprile - Sotto il Suo controllo

Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno.

Romani 8:28

 

Sotto il Suo controllo

 

Tutte le circostanze della vita, poco o molto importanti, sono altrettante occasioni che mi fanno sperimentare gli interventi pieni d’amore del mio Padre celeste. Quando mi accade qualcosa di gioioso o di triste, Dio vuole che io consideri tutto come un messaggio da parte Sua.

Prima di iniziare la giornata è bene che io mi chieda che cosa Dio vuole insegnarmi tramite le cose che farò, le persone che incontrerò o le situazioni in cui verrò a trovarmi.

Un avvenimento importante devo cercare di viverlo con Dio. Se devo subire un intervento chirurgico, Egli vuole insegnarmi a confidare maggiormente in Lui. Se mi dà un figlio, devo accoglierlo come un Suo dono ed essere pronto ad allevarlo per Lui. Se una persona cara mi è tolta, Egli vuole prendere parte al mio dolore e farmi sperimentare la realtà delle Sue consolazioni.

Tutto ciò che accade sulla terra – cambiamenti politici, stravolgimenti economici, catastrofi naturali – è in fin dei conti sotto il Suo controllo. Nulla deve lasciarmi indifferente. Satana cerca di privarci di tale convinzione, di persuaderci che le circostanze della vita sono fortuite, dovute al caso, e invece nulla accade al di fuori della volontà di Dio.

Che dentro di noi possa esserci sempre la convinzione che Dio è presente in tutto quello che ci avviene. Come il salmista, chiediamo al Signore: “Al mattino fammi udire la tua bontà”. E poi, durante il giorno: “Fammi conoscere la via da seguire” (Salmo 143:8)!

venerdì 25 aprile 2025

Due parole sul cristianesimo

Sono molti, ai nostri giorni, quelli che pur guardando con simpatia al cristianesimo non sono convinti della sua verità ed hanno nell'intimo il vago sospetto che intellettualmente non abbia valore. Qualcuno considera addirittura, la divinità di Cristo come una superstizione cristiana piuttosto originale. Il problema è fondamentale e non può essere trascurato. 

Dobbiamo essere onesti, se la Parola di Dio è un semplice racconto o se abbiamo dubbi su ciò che il Signore ha fatto per noi il cristianesimo crolla. 

Bisogna stare attenti a non camminare su questo muro della religiosità sul quale sembrano essere in molti a camminare. 

1. Il cristianesimo nella sua essenza è Cristo; la persona e l'opera di Cristo sono la roccia sulla quale si fonda la religione cristiana. Se Egli non è ciò che ha detto di essere, se non ha compiuto ciò che ha detto di essere venuto a compiere, l'intera struttura del cristianesimo crolla rovinosamente. Se si toglie la figura di Cristo, il cristianesimo è svuotato e praticamente ciò che resta non serve a niente. Il cristianesimo è Cristo.

2. Gesù Cristo è una persona divina, Dio stesso si è incarnato nella persona del Figlio. Tutto ciò che ha detto, tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che ha insegnato viene da Dio, dal Dio che non può mentire “nella speranza della vita eterna promessa prima di tutti i secoli da Dio, che non può mentire”. Tito 1:2. La sua Parola è verità.

La Scrittura non si riduce solo a dichiarare che Dio ha parlato, ma afferma che Dio ha agito. Ha preso l'iniziativa e ha agito. Nessun altra religione del mondo può reggere il paragone con il messaggio di Dio che amò dei nemici che si abbassò a cercare l'uomo in un mondo di peccatori perduti, e che morì per essi

Parlò come nessuno aveva mai parlato: “Le guardie risposero: Nessuno parlò mai come quest'uomo!” Giovanni 7:46.

Agi come nessuno aveva mai agito. “Se non avessi fatto tra di loro le opere che nessun altro ha mai fatte, non avrebbero colpa; ma ora le hanno viste, e hanno odiato me e il Padre mio” Giovanni 15:24.

Amò come nessuno aveva mai amato. “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi... mentre eravamo nemici”  Romani 5:8.

Egli si comportò non come un uomo normale ma come chi ha in se qualcosa di unico. L'amore di Dio che ci è presentato nella sua Parola è tanto grande che la Scrittura ce lo presenta come : La pazzia della croce. “Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio” 1 Corinzi 1:18.

25 aprile - Sì, è una buona notizia!

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è morto per noi affinché… viviamo insieme con Lui.

1 Tessalonicesi 5:9, 10

 

Sì, è una buona notizia!

 

La Bibbia ci parla di Dio, il Creatore, un Dio giusto, santo e pieno d’amore, che ci guarda, ci ascolta e legge anche i nostri pensieri. Possiamo assumerci il rischio di non credere a ciò che dice, cosa che in un primo tempo ci aiuta a dimenticare il timore di incontrarlo un giorno… oppure, se riconosciamo che tale atteggiamento non è né coraggioso né prudente, cerchiamo di saperne un po’ di più. Proseguendo nella conoscenza, scopriamo che non c’è da stare allegri! Dio infatti ci dice chiaramente, e non senza amarezza, che gli uomini lo hanno messo da parte e si sono dati alle loro tendenze naturali e a seguire le proprie idee senza cercare di conoscere il Suo pensiero. E’ una constatazione dalle conseguenze tragiche, perché dopo la morte dovremo presentarci davanti al grande Giudice la cui giustizia è assoluta, e a Lui dovremo rendere conto. L’ira di Dio che si riverserà su quelli che avranno rifiutato di credere in Lui sarà totale e definitiva.

Tuttavia, il messaggio di Dio non si ferma qui! Dio non respinge mai chi lo prega con un pentimento sincero. Quando qualcuno si presenta davanti a Lui col dispiacere di averlo ignorato o disprezzato il proprio Creatore, Egli gli mostra Gesù Cristo, che è stato crocifisso ed ha espiato i peccati di quelli che si pentono e credono.

Non è questa una buona notizia? Gesù Cristo ha preso il tuo posto e ha sopportato tutta l’ira di Dio affinché tu possa esserne completamente e definitivamente liberato. Non rimanere indifferente, non respingere questo perdono che ti è offerto! Ancora oggi Dio fa grazia. È oggi che devi andare a Lui; non rimandare a domani perché il domani non ti appartiene.


giovedì 24 aprile 2025

24 aprile - Radar spirituale

Camminiamo per fede e non per visione.

2 Corinzi 5:7

 

Senza fede è impossibile piacergli (piacere a Dio).

Ebrei 11:6

 

Radar spirituale

 

Alcuni anni fa, in occasione della traversata dello stretto della Manica, la nebbia era così fitta che ci impediva addirittura di vedere il mare sottostante. Tuttavia, la nave continuava a procedere con buona andatura. Il radar segnalava al pilota e al capitano ogni eventuale ostacolo lungo il percorso. Un largo tratto sullo schermo avrebbe indicato con precisione se un’altra imbarcazione si fosse trovata davanti a noi; il radar penetrava nella nebbia e avrebbe permesso di distinguerla.

La fede agisce un po’ come il radar, perché rivela le realtà invisibili attraverso le nubi dei nostri limiti, dei nostri dubbi, delle nostre tradizioni culturali e religiose. La fede non fa ragionamenti, ma crede semplicemente alla Parola di Dio, perché è Lui che parla. La fede riconosce che l’universo non è il prodotto del caso, ma che è stato creato da Dio, e penetra anche in profondità nel mio essere interiore. La fede nella Parola di Dio mi segnala ciò che, in me, è in contraddizione col bene e con la verità divina, e mi rivela esattamente chi sono io davanti al mio Creatore. E mi dà anche la speranza poiché, oltre a farmi sapere ciò che Dio ha fatto per me e a rendere reale il Suo intervento nella mia vita, mi apre delle meravigliose prospettive future.

“La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20).

La fede non è un’auto-persuasione, né una sensazione indefinita basata sull’immaginazione o sui sentimenti. È la convinzione che Dio esiste e che la Sua Parola è la Verità che va ricevuta nel cuore.


mercoledì 23 aprile 2025

23 aprile - 2. La domenica: un nuovo giorno

Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, tutte le cose sono diventate nuove.

2 Corinzi 5:17

 

La legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Giovanni 1:17

 

2. La domenica: un nuovo giorno       


Quando s’incontra il Signore per la prima volta, si riceve la vita divina e tutto diventa nuovo. Allo stesso modo, la domenica in cui Cristo è risuscitato segna l’inizio di un periodo completamente nuovo.

Nell’anno in cui ha sacrificato la Sua vita, la festa della Pasqua dei Giudei cadeva la vigilia del sabato (cosa che avveniva ogni sette anni circa). Contrariamente a ciò che si sarebbero augurati i capi religiosi, essi furono obbligati a condurre il Signore alla croce lo stesso giorno della festa della Pasqua, il venerdì (Matteo 26:2-5). Così il Cristo, l’Agnello di Dio, la nostra Pasqua (1 Corinzi 5:7), fu sacrificato proprio quel giorno. Questo fatto sollevava in quei capi degli scrupoli religiosi, per cui non avevano voluto accompagnare Gesù dal governatore romano, per poter mangiare la loro Pasqua senza contaminarsi (Giovanni 18:28). La volontà di Dio era quindi che il Signore donasse la Sua vita in giorno di venerdì, e non un altro giorno, e che risuscitasse l’ottavo giorno, ossia il primo giorno di una nuova settimana. Quanto era solenne, per i credenti di allora, che Gesù abbia trascorso nella tomba il giorno del sabato, settimo e ultimo giorno della settimana! Quel sabato sancisce la chiusura e la conclusione del periodo della Legge e della vecchia creazione. Invece, il primo giorno della settimana, la domenica, è l’inizio di un qualcosa di totalmente nuovo: il periodo della rivelazione e della predicazione della grazia di Dio che crea nei credenti una nuova vita in Cristo.

(segue)

martedì 22 aprile 2025

22 aprile - Cosa ci spinge ad andare avanti?

Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento.

Ecclesiaste 1:14

 

Una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Filippesi 3:13, 14

 

Cosa ci spinge ad andare avanti?

 

Un giornalista intervistava un imprenditore che sviluppava sempre nuovi progetti in campi diversi e in diversi paesi. I suoi affari erano in piena espansione.

- Mi dica, signore, cosa la spinge ad andare sempre avanti?

- Anch’io mi pongo spesso questa domanda, ma non so cosa rispondere…

La nostra vita non assomiglia a quella di quest’uomo d’affari? Con una capacità di reagire stupefacente, il nostro spirito sa cogliere tutte le opportunità che si presentano per agire. In molteplici progetti utilizziamo la nostra energia, il nostro tempo e tutte le nostre capacità fisiche e intellettuali. Così trascorriamo la nostra esistenza senza fare delle riflessioni profonde sul vero significato della nostra vita e diventiamo schiavi dei nostri interessi principali.

La Bibbia ci aiuta a riconoscere ciò che, interiormente, ci spinge in avanti: è il gusto del potere, degli onori, della ricchezza, del piacere, cioè la nostra soddisfazione personale sotto tante forme…

E’ indispesabile per l’uomo conoscere la Parola di Dio e accettare con sottomissione i suoi insegnamenti. Essa ci insegna quali sono i veri valori, quali le mete da perseguire e gli strumenti più idonei per ottenere risultati nobili e onorevoli. L’apostolo Paolo poteva dire: “Per me il vivere è Cristo”, e ancora: “Ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore” (Filippesi 1:21; 3:8).

lunedì 21 aprile 2025

Abbiatene cura

Gli evangeli ci riportano, dettagliatamente, tre casi di risurrezioni operate dal Signore, storie bellissime che offrono sempre nuovi insegnamenti morali e spirituali, tanto necessari per la nostra vita cristiana. 

Questi miracoli non ci ricordano solo la potenza del Signore che trionfava sulla morte, chiamata "il re degli spaventi"; certo, avere fede nella potenza di Colui che ha vinto la morte è fondamentale, perché ci dà la certezza che un giorno anche i nostri corpi, risuscitati o trasformati, saranno resi conformi al corpo della sua gloria (Filippesi 3:21). Però ci danno anche lezioni e incoraggiamenti per il tempo presente, ed è di questi che ci occuperemo.


- La figlia di Iairo, stando ai racconti che ci riportano gli Evangeli,  era appena morta (Matteo 9:18) o stava morendo (Marco 5:23, Luca 8:42). 

- Il figlio della vedova di Nain era già nella bara (Luca 7:11-15).

- Lazzaro era nel sepolcro già da quattro giorni. 

Che differenza c'era per il Signore? Per Lui certamente nessuna, ma per gli uomini tanta. Per i casi che appaiono senza speranza arriviamo a dire: "Non disturbare più il Maestro" (Luca 8:49); e dove la fede c'è sicuramente, come in Marta, andiamo poco oltre, e ci limitiamo a dire: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto".

Ma il Signore vuole essere riconosciuto già oggi, nella nostra vita, come Colui che ha il potere "di sottomettere a Sé ogni cosa" (Filippesi 3:21). Come è triste quando noi credenti, pur citando a memoria che "la fede è certezza delle cose che si sperano", secondo Ebrei 11:1, viviamo giornalmente assaliti da molti dubbi e rinunciamo ad appropriarci delle sue promesse! 

Ci aiuti il Signore a fare nostre le parole che leggiamo in 1 Timoteo 4:7-8: "Esercitati alla pietà... la pietà è utile ad ogni cosa avendo la promessa della vita presente e di quella futura".

Abbiamo anche molto da imparare dai risultati che vediamo in coloro che hanno beneficiato della potenza del Signore.

- La figlia di Iairo si alzò e si mise a camminare.

- Il figlio della vedova di Nain cominciò a parlare.

Tutti, fratelli e sorelle, dobbiamo camminare e parlare. Camminare, vale a dire testimoniare col nostro comportamento, e parlare, cioè predicare la buona novella del Vangelo. Ma la Parola vuole forse anche suggerirci che da una ragazzina il Signore si aspetta soprattutto un comportamento che testimoni della sua fede, mentre da un giovane pretende franchezza nel proclamarla, parlando al prossimo del suo Signore e di quello che ha fatto per lui.

Ma non dimentichiamo Lazzaro. Di lui è detto solo che "uscì, con i piedi e le mani avvolte da fasce e il viso coperto da un sudario". Non poteva né camminare né parlare.

Vi sono molti Lazzaro fra i cristiani. Siamo noi di quelli? Siamo passati dalla morte alla vita, ma non siamo ancora in grado di testimoniare di Lui. Il Signore lo ha risuscitato senza l'aiuto di nessuno; Egli solo poteva dare la vita. Ma per gli altri risultati Egli ci associa a Sé e ci insegna come ottenerli. "Scioglietelo e lasciatelo andare"!

"Abbiatene cura" è il titolo di questo articolo, ed è ciò che il Signore vuole da noi. Chi si farà avanti per assolvere questo compito?

Alla figlia di Iairo si doveva dare da mangiare. Siamo noi pronti a ricevere i nuovi convertiti e a dare loro il cibo adatto alla loro età e al loro livello culturale? Chiediamo a Dio che le anime che si aggiungono alla famiglia dei credenti trovino il cibo appropriato per crescere nella grazia e nella conoscenza del Signore Gesù.

Il Signore comandò che si desse da mangiare alla figlia di Iairo. E lo comanda anche a noi. 

Del figlio della vedova di Nain leggiamo: "E Gesù lo restituì a sua madre". Era normale; sua madre era la persona più adatta a riceverlo perché era quella che lo amava di più.

Amiamo noi i nuovi convertiti? Ce li sentiamo affidati dal Signore? Li amiamo quasi fossero figli nostri? Il Signore si aspetta di trovare fra noi fratelli e sorelle che si prendano cura dei giovani, in età e nella fede, come se fossero loro figli. Non deludiamolo.

Ma torniamo a Lazzaro. Che ordine è dato per aiutare uno che non è in grado di camminare né di parlare né di agire? "Scioglietelo e lasciatelo andare". 

Quanti veri credenti restano legati e non sono liberi di servire il Signore perché nessuno li ha aiutati! Legati da legami col mondo e col peccato, con la politica o con la religione. 

Le anime devono essere liberate. Il Signore ci vuole liberi per poterci comunicare la sua volontà, come scrivendola su una pagina bianca. Non è possibile rispondere al suo appello se siamo ancora "avvolti da fasce".

In Ebrei 12:1 è detto che il peccato "facilmente ci avvolge" e ostacola il nostro cammino. Impariamo a "deporlo", e aiutiamoci gli uni gli altri per poter correre con perseveranza la nostra corsa in vista di onorarlo con le opere della nostra fede.

Ma che dire delle parole: "Lasciatelo andare"? Fratelli, esse sono un severo monito a coloro di noi che volessero imprigionare gli altri nei loro "sistemi", mettendo su loro un giogo di schiavitù invece di permettere loro di servire il Signore in piena libertà, convinzione e certezza di fede.

Lazzaro venne slegato e lasciato andare. E dove andò? In Giovanni 12:2 lo troviamo seduto a tavola col Signore e con gli altri. La vera libertà ci porterebbe tutti intorno a Lui, dove ogni servitore svolge la parte assegnatagli, dove Maria e Marta, in piena armonia, svolgono il loro servizio in una casa piena di profumo.

Impegniamoci a mettere in pratica questi insegnamenti, perché Lui ne è degno, e anche per il bene nostro e dei nostri fratelli.

21 aprile - Quando il timone ha cambiato manovratore

Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che t’insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire.

Isaia 48:17

 

Egli li conduce al porto tanto sospirato.

Salmo 107:30

 

Quando il timone ha cambiato manovratore

 

Si sa che l’ingresso delle navi nei grandi porti marittimi è regolamentato ed è affidato a un “pilota del porto”. Questi raggiunge la nave e va ad occupare il posto del timoniere fino all’arrivo in banchina. Il pilota conosce il porto nei minimi particolari; il capitano ha quindi tutto l’interesse a lasciare il timone della nave nelle sue mani. Si evitano così rischi di collisioni e si riducono i tempi di manovra.

È facile trasporre questa immagine nella nostra vita. Essa corrisponde all’abbandono della nostra volontà personale per consegnare nella mani del Signore la guida della nostra vita. Affidiamone la direzione al grande “Pilota”. Egli desidera prenderci completamente in carico per condurci al porto sani e salvi. Lasciare il timone nelle Sue mani vuol dire lasciare che la Sua volontà si sostituisca alla nostra. Allora, non saremo più noi a decidere la direzione della nostra vita, ma sarà Lui. Se sarò umile e sottomesso, la mia vita nelle Sue mani sarà alla Sua gloria e per il bene degli altri.

Ma c’è un punto importante. Il capitano che lascia la nave in mano al pilota del porto deve dargli totale fiducia; allo stesso modo io devo dare fiducia a Dio, sapendo che Egli “agisce in mio favore” (Salmo 57:2) e sempre avendo in vista il mio bene.


domenica 20 aprile 2025

Sansone (11/11)

COMMENTI FINALI

Abbiamo imparato a conoscere Sansone come un uomo che iniziò bene. I suoi genitori erano credenti e sua madre visse in obbedienza ai comandamenti di Dio dopo che le apparve l'angelo del Signore. A quanto pare Sansone ebbe un periodo giovanile in cui poté godere della protezione di una famiglia timorata di Dio.

Ma quando raggiunse l'età adulta, Sansone gettò in mare l'esempio di sua madre e i comandamenti di Nazireo. Dio gli aveva dato grandi capacità e soprattutto un potere unico. Ma Sansone non prese questi doni come un’opportunità per onorare Dio attraverso l’obbedienza. È vero che fece ripetutamente campagne contro i Filistei, i nemici del popolo di Dio. Ma aveva dimenticato che Dio cerca cuori che gli siano completamente devoti. Quindi la santità e la purezza cadevano sempre nel dimenticatoio.

Dio poté servirsi di Sansone in diverse occasioni per infliggere gravi sconfitte ai Filistei, ma sotto Sansone, per il popolo d'Israele, un popolo che aveva ripetutamente e vergognosamente abbandonato il suo Dio, fu possibile solo brevi momenti di sollievo.

Quindi la testimonianza di Sansone rimane contrastante. Da un lato, voleva fare la cosa giusta e onorare Dio. D’altro canto, abusò del potere di Dio per i propri scopi. Alla fine, il suo fallimento fu così grande che Dio non poté più usarlo come servitore. Poi, in concomitanza con la sua morte, gli diede la più grande vittoria che Sansone avesse mai prodotto.


GIUSEPPE-SANSONE

Alla fine ricordiamo un giovane che, a prima vista, si trovava in una situazione simile a Sansone. Riguarda Giuseppe nella casa di Potifar e le avances della moglie di Potifar. Come ho detto, a prima vista una situazione simile. Tuttavia, sia le differenze che il risultato sono notevoli.

Entrambi erano in un paese straniero. Sansone andò volontariamente dai Filistei. Giuseppe non poteva fare a meno di trovarsi in Egitto. Era lì non per colpa sua.

Entrambi erano in una situazione esplosiva. Sansone si era esposto consapevolmente a questo pericolo. Giuseppe si trovò involontariamente in questa situazione critica.

Entrambi finiscono in prigione. Nel caso di Sansone fu il risultato delle sue vie malvagie. Giuseppe non aveva colpa, al contrario, era la conseguenza di una vita fedele e devota a Dio. Nel suo caso è stata la mano di Dio a renderlo successivamente il “sostegno della vita” Genesi 41:45.

Ci sono situazioni in cui non possiamo evitare che il mondo si avvicini a noi con le sue tentazioni. Tali situazioni possono svilupparsi improvvisamente sul lavoro, nel tempo libero e in altre occasioni. Nessuno può fare nulla se viene improvvisamente trascinato in una situazione spiacevole da un collega non credente. L’unica domanda quindi è come reagiamo. Se, come Sansone, ci mettiamo consapevolmente in pericolo, subiremo la sconfitta. Quando si tratta di situazioni indesiderate come quella di Giuseppe, possiamo imparare da lui come uscirne senza danni morali.

Qual è stato il segreto della vittoria di Giuseppe? Cosa ha fatto di diverso da Sansone? Menzioniamo tre punti:

Giuseppe era un giovane timorato di Dio. Disse: “Come dovrei fare questo gran male e peccare contro Dio?” Genesi 39:9. Sapeva che ogni peccato era un peccato contro Dio, questo è bene averlo presente. Ogni peccato non solo danneggia noi (o talvolta gli altri), ma ogni peccato è innanzitutto un'offesa a Dio. Dobbiamo essere molto esercitati su questo punto.

Quando si rese conto che la posta in gioco tutta era così alta Giuseppe fuggì. Fuggire a volte è un atto da codardi, ma quando il diavolo viene a tentarci, quando la carne viene risvegliata e dentro di noi nasce un principio di concupiscenza, allora il rimedio è uno solo: fuggire. Se solo Sansone avesse fatto così! Il Nuovo Testamento ci dice più volte di fuggire. Dobbiamo fuggire dall'idolatria (1 Cor. 10:14). Dobbiamo fuggire dalla fornicazione (1 Cor. 6:18). Dobbiamo fuggire gli appetiti giovanili (2 Tim. 2:22). Dovremmo fuggire l’amore per il denaro (1 Tim. 6:11). La fuga è sempre all'ordine del giorno quando il diavolo sollecita la nostra vecchia natura. Fuggire significa evitare il più possibile una persona o una cosa pericolosa.

Giuseppe aveva preso una decisione chiara. Non voleva peccare. Prendiamo sempre le decisioni ferme. Ecco perché il Nuovo Testamento parla di una "decisione del cuore" in Atti 11:23 . Da Giuseppe impariamo che, in primo luogo, dobbiamo volere, e in secondo luogo, dobbiamo farlo per amore verso il nostro Signore, e in terzo luogo, dobbiamo farlo realmente.

Resta infine la domanda: a chi vogliamo assomigliare? Sansone o Giuseppe? Vogliamo essere cristiani per metà o completamente dalla parte di Nostro Signore?


(fine)

20 aprile - Conflitti perenni

Anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.

Tito 3:3

 

(Gesù disse:) «Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”».

Giovanni 3:7

 

Conflitti perenni

 

Fin dalla scuola materna i bambini litigano, di solito per motivi che qualche anno più tardi li farebbero sorridere. Alle scuole superiori le motivazioni sono più serie e talvolta le risse finiscono in drammi irreparabili. E fra gli adulti? Le dispute sono pressoché continue e per le cause più diverse; conflitti per incomprensione in famiglia, gelosie nel mondo del lavoro, presunzione nell’ambito della politica o della religione; per non parlare delle guerre e delle rivolte… L’uomo è un accanito contestatore; vuol’essere ascoltato e rispettato, vuole imporre le sue “verità”, e se non raggiunge i suoi scopi cova rancori e voglia di vendetta. Fin dai tempi di Caino e Abele, le lotte fanno parte della vita umana. Ciascuno ammette il vantaggio che ci sarebbe a vivere nella comprensione reciproca e nella reciproca sopportazione, ma le passioni, l’ambizione, l’orgoglio, l’egoismo raramente consentono questo.

Nonostante i numerosi sforzi per favorire la pace, finché non cambierà il cuore dell’uomo il mondo rimarrà un luogo di dispute e di conflitti. Ma Dio che è amore (1 Giovanni 4:8) desidera trasformare il nostro cuore mediante quella vita nuova che si ottiene grazie alla fede in Gesù e nel Suo sacrificio alla croce. Soltanto per mezzo di questa vita siamo resi capaci di amare il prossimo. È ciò che ha fatto Lui quando è giunto fino a sacrificare per noi la Sua propria vita (1 Giovanni 3:16). Questo amore che animava Lui è ora “sparso nel cuore” di ogni credente (Romani 5:5).

sabato 19 aprile 2025

Dal tramonto a mezzanotte

La prima Pasqua


In questo periodo dell’anno la cristianità festeggia la Pasqua, anche se quest’anno sarà tutto molto diverso rispetto al passato. Molte cose legate alla liturgia e alla tradizione, verranno meno. Può quindi essere importante fare qualche considerazione sull’origine e sul significato profondo di questa festa ebraica.

Il popolo di Israele era oppresso da una rigida schiavitù nel paese d’Egitto e Mosè fu suscitato da Dio come liberatore del suo popolo. Poiché il Faraone si rifiutava di lasciare liberi gli Israeliti, Dio mandò una serie di giudizi conosciuti come “piaghe”. Dio giudicava il paese di Egitto con tutta la sua idolatria, e finché i giudizi riguardavano l’idolatria degli Egiziani, il popolo di Israele era risparmiato. Vi era una netta distinzione tra ciò che accadeva nella regione occupata dagli Israeliti e il resto del paese d’Egitto.

Gli dèi Egiziani non avevano potuto salvare l’Egitto dai giudizi di Dio; il dio sole, ad esempio, non era stato capace di eliminare le tenebre; Il dio Nilo non aveva impedito che quel fiume diventasse sangue. Dopo la serie delle prime nove piaghe, ecco un ultimo terribile giudizio annunciato da Mosè: “Così dice il Signore: verso mezzanotte io passerò in mezzo all’Egitto e ogni primogenito nel paese d’Egitto morirà, dal primogenito del faraone che siede sul suo trono al primogenito della serva che sta dietro alla macina e ad ogni primogenito del bestiame” (Esodo 11:4-5). Quando si tratta di giudicare ciò che l’uomo può produrre nella sua condizione naturale (i primogeniti sono un simbolo di quanto di meglio l’uomo nel pieno della sua forza può produrre), allora anche gli Israeliti avrebbero dovuto essere giudicati, perché non erano migliori degli Egiziani. Agli occhi di Dio erano nella stessa condizione: tutti peccatori e come tali meritevoli del Suo giusto giudizio. C’è un rimedio? Si può scampare al giudizio divino? 

Ecco che Dio interviene e indica una via d’uscita: un agnello doveva essere sacrificato e il suo sangue sparso sugli stipiti e sull’architrave della porta d’ingresso delle case degli Ebrei. Chi aveva fede e ubbidiva all’ordine di Dio scampava a quel giudizio, perché il sangue testimoniava che c’era stata una “vittima”. Dio disse: “Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quando io vedrò il sangue passerò oltre”.

La Pasqua dunque ci parla in modo colpente della liberazione dal giudizio di Dio.

L’agnello senza difetto che doveva essere sacrificato parla in modo inequivocabile della persona di Cristo, “l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, l’agnello senza difetto né macchia per mezzo del quale l’uomo peccatore può essere riscattato.

Caro amico, hai mai esaminato il tuo stato di peccato davanti al Dio santo e giusto che odia il peccato? Hai mai considerato con serietà il sacrificio del Suo Figlio, il Signore Gesù, quale mezzo per ottenere la pace con Dio, e che il Suo sangue “ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7)? Sei al beneficio del valore di questo sangue? 

Per gli Israeliti, l’agnello doveva essere sacrificato sull’imbrunire, cioè al tramonto del sole, mentre il giudizio sarebbe arrivato a mezzanotte. C’era giusto il tempo per aspergere il sangue sulle porte, ma non bisognava tardare. 

Al tempo attuale il “tramonto” è già passato, nel senso che il sacrificio di Cristo, il vero agnello, è un fatto compiuto. La buia notte di quando Dio giudicherà questo mondo si sta avvicinando; e inoltre, chi di noi conosce la durata della propria vita? I fatti di questo periodo lo testimoniano in modo inequivocabile.

Occorre fare attenzione! Ci troviamo in questo intervallo, tra il tramonto e la mezzanotte. Il tempo passa in fretta, e adesso è il momento di accettare Gesù Cristo quale Salvatore. È Lui il mezzo inviato da Dio per la salvezza dell’uomo peccatore. E’ lui il vero agnello senza difetto né macchia, manifestato per la salvezza dell’uomo peccatore.

Accettalo nel tuo cuore affinché tu possa unirti un giorno al coro di coloro che canteranno nel cielo: “Degno è l’Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza , l’onore, la gloria e la lode” (Apocalisse 5:12).

19 aprile - Luce irresistibile

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito… essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.

Ebrei 4:12

 

Luce irresistibile

 

“Sono cresciuto  in una  famiglia greco-ortodossa  di Corfù.  A vent’anni ero stanco di quella vita. Da  un  punto  di  vista intellettuale  vacillavo  nell’oscurità  e  nella confusione.  Moralmente  ero schiavo  di ogni tipo  di passioni e  di menzogne.  Nel mio  intimo  mi  sentivo  insicuro  e  a  volte disperato.

Un giorno, leggendo il romanzo di Dostoievski, ‘I fratelli Karamazov’, ho notato questa citazione: ‘In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore produce molto frutto’ (Giovanni 12:24). Queste parole mi hanno toccato, ma non sapevo chi ne fosse l’autore.

Ho chiesto fra i miei conoscenti, e il mio professore d’inglese mi ha spiegato che si trattava di una citazione della Bibbia. Ciò mi ha spinto a procurarmene un esemplare. Nelle settimane seguenti, l’ho letta per parecchie ore al giorno. Nulla poteva contrastare la luce che si sprigionava dalla sua lettura. Ciò che leggevo faceva luce sulla mia condotta passata. Il Nuovo Testamento mi parlava di perdono e di salvezza. Alla fine, un pomeriggio, ho radunato tutto quello che faceva parte della vita che avevo condotto prima di conoscere Cristo come Salvatore, e cioè i miei libri, i miei disegni, i miei scritti, e ho gettato tutto nel fuoco. Poi mi sono inginocchiato e ho fatto a Dio la mia prima preghiera! Non ho detto molto; più di tutto sono state le mie lacrime a parlare. Così, ho deposto alla croce di Cristo tutti i miei peccati.

È stato allora che dentro di me ho provato la gioiosa certezza che ‘il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato’ (1 Giovanni 1:7) ”.

Miltos Anghelatos


venerdì 18 aprile 2025

Sansone (10/11)

10. LA GRAZIA DI DIO

Abbiamo affrontato la tragica caduta di Sansone. Ma è questa la fine? No, non proprio. Ciò che si rivela nei versi finali del suo racconto non è altro che pura grazia. Grazia che non possiamo comprendere. Sansone non se lo meritava. Ma la grazia è sempre immeritata. Questa è l'essenza stessa della grazia. Anche nella tua vita e nella mia, la grazia è sempre immeritata.

Non appena Sansone è in prigione a Gaza, i suoi capelli ricominciano a crescere. Questo è il punto di svolta della sua vita. I capelli ricrescono. Il processo è lento. Difficilmente visibile, ma un po' di più ogni giorno e con esso la sua forza. Oggi sappiamo che i capelli sulla testa crescono da 0,3 a 0,5 mm al giorno. In un anno è di circa 11-18 cm. Non sappiamo quanto siano cresciuti i capelli di Sansone. In ogni caso, Dio inizia ad agire. E si assicura che i Filistei non tagliassero di nuovo i capelli.

Non è mai troppo tardi per la grazia finché viviamo su questa terra. La grazia cerca la persona perduta per salvarla. La grazia cerca il credente quando ha deviato. E Sansone a un certo punto si pente e si affida alla grazia. Come? Prega. La sua dipendenza è tornata. Anche se la sua preghiera, nei tempi dell'Antico Testamento, è un appello alla vendetta, è una preghiera che Dio ascolta. Sansone vuole essere riempito ancora una volta della potenza di Dio.

Quando Sansone sta per essere messo in mostra e la gente vuole prendersi gioco di lui, Dio interviene. Niente gli è sfuggito di mano. Lascia che Sansone lo richieda. Il fallito diventa un eroe della fede. In Ebrei 11:32 Sansone occupa un posto tra gli eroi della fede. Potremmo chiederci se questo non sia un errore. Un uomo come Sansone tra gli eroi della fede? Sì, è così che funziona la grazia. Non ci dice quale atto di fede ha in mente lo scrittore agli Ebrei. Il suo ultimo atto è stato senza dubbio il suo più grande atto di fede. Era sicuro che Dio gli avrebbe dato la vittoria sui nemici. Anche il risultato dell'atto finale di Sansone supera tutte le vittorie della sua vita, anche se ha perso la vita.

Dio riconosce che Sansone aveva giudicato Israele per 20 anni. A volte siamo pronti a pronunciare giudizi schiaccianti sui credenti che sono deboli nella fede. Dio nomina anche in Sansone in questa lista perché anche in lui cera qualcosa che Dio apprezzava.

Finora ci siamo concentrati principalmente sul lato morale della vita di Sansone. Attraverso i suoi occhi, il suo cuore e le sue pulsioni sessuali, Sansone si lasciò sedurre dalle donne in diverse occasioni. Sembra anche che fosse una persona molto irascibile. Cerca sempre vendetta quando sente di essere stato trattato ingiustamente. Lo Spirito di Dio ci avverte di tali reazioni attraverso queste descrizioni e ci mette in guardia contro le relazioni con i non credenti.


RELAZIONI NON SCRITTURALI (2 COR 6)

Il Nuovo Testamento ci mette specificamente in guardia contro tali associazioni: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele? E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'impuro; e io vi accoglierò. E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente” 2 Cor 6:14-18.

Anche se Sansone non poteva conoscere questo comandamento del Nuovo Testamento, sapeva che a un Israelita non era permesso contaminarsi.  Come Nazireo, inoltre, aveva una responsabilità speciale, come abbiamo visto in varie occasioni. Tuttavia fece sempre causa comune con i pagani. Più volte toccò animali impuri o i loro resti. Andò anche in posti dove, come Nazireo, sapeva che non aveva alcun diritto di andare.

Questo contiene anche un messaggio per i tempi cristiani di oggi. Gli indizi dentro 2 Corinzi 6 ci insegnano come cristiani che per noi non si tratta solo di contatti esterni ma il passo parla di una contaminazione ben più profonda.

L'immagine del giogo viene dall'agricoltura. Lì, due animali sono legati insieme per svolgere un lavoro specifico come arare un campo. Legare insieme due diversi tipi di animali non porterebbe ad alcun risultato. Diverse specie di animali non possono lavorare insieme. Inoltre, nell'Antico Testamento era proibito legare un animale puro (come un bue) insieme a un animale impuro (come un asino) (Deuteronomio 22:10). Applicato a oggi, questo significa:

1. Due nature che non vanno d'accordo: impura e pura; credenti e non credenti non possono svolgere alcuna opera insieme.

2. Il giogo è una schiavitù che ha che fare con i doveri reciproci. Un credente non può associarsi volontariamente con un non credente, perché sorgerebbero obblighi reciproci.


COSA SIGNIFICA CONTAMINAZIONE?

Come immaginare concretamente una simile contaminazione? Il punto non è che ci stiamo contaminando in qualche modo mistico e incomprensibile. Chiunque si associ volontariamente a persone non credenti si accosta a dei principi di vita totalmente diversi dove la luce di Dio non trova più il suo spazio. Il punto non è che non ti sia permesso avere contatti con colleghi di lavoro non credenti perché allora dovremmo uscire dal mondo. Questo è esattamente ciò che non dovremmo fare (1 Cor 5:10). Anche noi abbiamo un mandato esplicito di annunciare il Vangelo in questo mondo (Atti 1:8;Luca 24:48;Marco 16:15;Matteo 28:19). Non potremmo portare a termine questa missione se ci isolassimo completamente dai non credenti.

Nella prima lettera ai Corinzi, Paolo scrive esplicitamente: "Se qualcuno tra i non credenti vi invita e volete andarci, allora..." 1 Cor 10:27. Questo “voler andare” presuppone che si accetti consapevolmente tale invito. È quindi importante compiere questo passo con la preghiera e decidere davanti al Signore e in dipendenza dello Spirito Santo se è opportuno accogliere un simile invito. Inoltre, accettando  tale invito si cercherà ogni opportunità per condividere la buona notizia della croce. Se ciò non è affatto possibile, o se non si prende nemmeno in considerazione una simile testimonianza, un cristiano non ha posto in un luogo del genere.

Ma chi, ad esempio, vuole unirsi ad un non credente e vivere insieme, in una parola, vuole unirsi con lui come potrebbero essere collegate luce e tenebre, giustizia e illegalità? L'apostolo giustifica l'impossibilità di un collegamento tra credente e non credente dicendo che Cristo non può essere messo sullo stesso piano di Belial, il diavolo. Perché queste due persone, opposte in tutto e per tutto, non hanno nulla in comune. Come il tempio di Dio non ha nulla in comune con gli idoli, così i salvati non hanno nulla in comune con i non credenti. Pertanto, non solo è sbagliato agli occhi di Dio associare Cristo a Belial e il tempio di Dio agli idoli, ma anche per un credente associarsi a un non credente.


(segue)

18 aprile - Servire il Signore (2)

Se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo.

1 Pietro 4:11

Quelli che hanno svolto bene il loro compito… si acquistano un grado onorabile e una grande franchezza nella fede che è in Cristo Gesù.

1 Timoteo 3:13

 

Servire il Signore (2)

 

Servire il Signore, che dono prezioso!

Servir fedelmente con zelo e calor.

È grande nel cielo la minima cosa

che è fatta per Cristo, che è fatta col cuor.

Servirlo vuol dire seguire il Maestro

e, come Egli ha fatto, così fare noi.

Beati son quelli che sanno le cose

e compiono i fatti, per Lui, per i Suoi.

Servirlo vuol dire all’io rinunciare

 e darsi per gli altri in tutta umiltà,

amando chi soffre non solo a parole,

mostrando nei fatti la Sua carità.

È dire nel mondo a tutti i perduti

che Dio, se crediamo, nel Suo grande amor

perdona i peccati, trasforma la vita

per l’opera in croce del nostro Signor.

Corona di gloria riceve il credente

che dedica a Cristo la vita quaggiù.

E tutto guadagna già qui sulla terra

godendo le gioie che son di lassù.

giovedì 17 aprile 2025

Sansone (9/11)

7. SANSONE RIVELA IL SUO SEGRETO

Quando leggerai la storia ti chiederai quanto deve essere stupido un uomo per rivelare il suo segreto a una donna simile. La spiegazione è che era diventato così dipendente da Dalila e dipendeva sessualmente da lei, la desiderava fisicamente ed era così sottomesso  da mettere a rischio tutto. Come un giocattolo della sua lussuria, si ritrovò completamente in potere di questa donna. Le cose possono arrivare a tanto una volta che il mondo ci ha incantati. A volte si presenta apparentemente innocuo, ma una volta che Satana ci ha sotto controllo, non si lascia andare facilmente.

Oggi ci sono molte dipendenze. Dipendenza da alcol, dipendenza da droghe, dipendenza da sesso, dipendenza da internet, dipendenza dallo shopping, ecc., ma anche dipendenza dalla carriera, dipendenza dal successo. L'elenco potrebbe continuare. Bisogna soccombere a tali legami? Ovviamente no. Pertanto, la storia di Sansone dovrebbe servirci da monito.

Il punto arriva quando Sansone non può più trattenersi. Rivela il segreto della sua forza, che risiedeva nei suoi lunghi capelli. Non lo fa tutto in una volta. No, Dalila si sta avvicinando al suo obiettivo passo dopo passo. A poco a poco, Sansone cede. La prima volta menziona sette corde d'arco fresche. Questo ci ricorda il numero delle trecce nei suoi capelli: sette. Poi parla di funi nuove (o appena intrecciate) . Questo ci ricorda che i suoi capelli erano intrecciati. Poi mette in gioco i suoi capelli e le consiglia di intrecciarli. Solo allora viene fuori tutta la verità. Il segreto è svelato. Dalila è arrivata al suo fine.

Il Salmo 25:14 parla del segreto del Signore, che è per coloro che lo temono. Questo segreto è equiparato in questo salmo ai rapporti intimi con il Signore. Il cristiano conosce questa comunione con il suo Signore. Il mondo non ne ha idea. Ma se noi, come Sansone,  diventiamo uno con questo mondo, questa relazione intima con il Signore viene perduta. Non possiamo avere comunione con il mondo e comunione con il Signore allo stesso tempo.

Con il suo istinto femminile, Dalila riconobbe subito di aver vinto. Sansone le aveva aperto tutto il suo cuore. Che importava a questa donna di Sansone? A chi appartiene realmente il nostro cuore? Al nostro Signore, ovviamente. Ne ha il diritto e non solo ad una parte ma al nostro cuore intero: “Dammi, figlio mio, il tuo cuore e gli tuoi occhi prendano piacere nelle mie vie!” Proverbi 23:26. Sansone questo invito lo ignorò. Non dovremmo mai ignorare le parole del Signore. Il cuore qui rappresenta l'affetto e l'amore. Questo è esattamente ciò che il Signore vuole e lo vuole per Se Stesso.


8. DALILA SCONFIGGE SANSONE

Ora Delila ha vita facile. Presumibilmente dormono insieme e poi lei lo lascia addormentare sulle sue ginocchia prima di chiamare i Filistei. Che spettacolo! Il forte Sansone dorme sulle ginocchia di una donna, e uno dei nemici arriva e gli taglia i capelli. Sansone non si accorge per nulla di tutto ciò. Le sue forze se ne vanno e non se ne è ancora accorto. Né con la prima treccia, né con la seconda... e nemmeno quando tocca alla settima.

Quando i credenti dormono, il pericolo è in agguato. Nella Bibbia troviamo diverse persone che dormivano in situazioni in cui sarebbe stato meglio essere svegli. Esempi di questo sono Elia, Giona e i discepoli nel Giardino del Getsemani. Ma qui è stato particolarmente tragico. Il Nuovo Testamento ci mette in guardia contro il sonno spirituale: “Per questo dice: risvegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo di inonderà di luce!” Efesini 5:14. A prima vista non è possibile distinguere una persona addormentata da una persona morta. E una persona morta è completamente inutile a Dio. Se il diavolo riesce a cullarci, ha (quasi) raggiunto il suo scopo. In ogni caso, allora saremo inutili al nostro Signore.

All'inizio Sansone non si accorge di tutto ciò. Sta dormendo. Leggiamo una parola seria al riguardo nel profeta Osea: “Efraim si mescola con le nazioni; Efraim è diventato come una focaccia non rivoltata. Gli estranei divorano la sua forza, e egli non ci pensa; e i capelli bianchi gli appaiono qua e là sul capo, ed egli non se ne accorge” Os 7:8-9. La stessa cosa accade qui a Sansone. I Filistei avevano tolto le sue forze, ed egli non lo sapeva.

La forza è il privilegio speciale dei giovani. A chi diamo la nostra forza? A chi la nostra energia? A questo mondo o nostro Signore? Oltre all'esperienza degli anziani, c'è bisogno soprattutto dell'impegno dei  giovani. Per questo tutti noi vogliamo essere motivati a non donare la nostra forza a questo mondo che sta scomparendo. La nostra forza appartiene al Signore.

Quando Sansone si sveglia, è troppo tardi. Non sappiamo cosa abbia visto l'ultima volta prima che diventasse buio per lui. Forse è stato Dalila che contava il denaro che i Filistei le avevano portato. Forse era il ghigno malizioso del filisteo che adesso gli cavava gli occhi. Sansone rimase cieco per sempre. Ha dovuto sperimentare ciò che Paolo scriverà ai Galati molti secoli dopo: “Non vi sbagliate, non ci si può beffare di Dio; Perché quello che l’uomo avrà seminato, anche quello raccoglierà” Galati 6:7. Questo avvertimento di Dio è valido ancora oggi.

 

9. CIÒ CHE SANSONE PERDE

L'eroe della fede diventa un perdente. Indifeso, impotente e cieco, è ora in potere dei suoi nemici. Dalila gli aveva già portato via il segreto e la comunione con il suo Dio. Non si può nemmeno dire rubato, perché ha volontariamente rinunciato al suo segreto di fede. Dalila gli aveva rubato il cuore. Sansone aveva smesso di combattere al fianco del suo Dio, ora era distante da Lui. Ma non basta, ora arrivano i Filistei: gli tagliano i lunghi capelli e così tolgono il segno esteriore della sua forza. Gli tolgono la vista affinché non possa più vedere a alla fine lo privano della libertà. Nella prigione di Gaza deve fare il lavoro di un asino: macinare.

Tutto questo parla a noi direttamente. A prima vista, il mondo sembra offrirci molto, ma chiede sempre più di quello che dà. I piaceri di questo mondo sono solo superficiali. Alla fine, ciò che resta è miseria e bisogno. Il figliol prodigo sperimentò la stessa cosa quando alla fine si ritrovò con i maiali.

Diamo una rapida occhiata a ciò che Sansone ha perso.

Il suo segreto: mescolarsi al mondo significa perdere il rapporto intimo con Dio (una vita di preghiera e di lettura della Bibbia).

Il suo cuore: la ricerca di ciò che piace al nostro cuore naturale significa che il nostro amore per il nostro Signore si raffredda. Di conseguenza, ignoreremo sempre di più la sua volontà.

I suoi capelli: i capelli di Nazireo parlano della sua consacrazione e sottomissione alla volontà di Dio. Unirci al mondo significa che anche noi abbandoneremo la nostra devozione e obbedienza a Dio.

La sua forza: Sansone era stato un uomo di straordinaria forza. Adesso era debole o forte come chiunque altro. La mescolanza con il mondo significa che perdiamo il nostro vigore spirituale e il Signore non può più usarci.

Il suo sguardo: Mescolarsi con il mondo significa perdere il discernimento spirituale. Non abbiamo più i sensi allenati a distinguere il bene dal male (Ebrei 5:14). Le cose che riguardano il nostro Signore e la Sua Parola ci rimangono nascoste.

La sua libertà: eravamo liberi e adesso siamo di nuovo sotto schiavitù e abbiamo perso la libertà che avevamo ottenuto riguardo al nostro stato di peccato. Ora ci siamo di nuovo posti sotto il giogo della schiavitù “perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto” 2 Pie. 2:19.

Il suo obiettivo: mescolarsi al mondo significa perdere il vero obiettivo della nostra vita, che è glorificare Dio e servirlo. Come Sansone, allora lavoriamo solo per questo mondo e non abbiamo più l’opportunità di essere disponibili a Dio.

Ma non è stato solo Sansone a perdere molto. Anche il popolo di Dio ha subito una grande perdita. Per vent'anni Sansone era stato il loro giudice, infliggendo ripetutamente grandi sconfitte ai Filistei. Adesso era finita e non c'era più nessuno per riempire questo spazio.

Quando ci lasciamo dominare da questo mondo, il danno è sempre grande. Per noi stessi, per il popolo di Dio. E soprattutto per il nostro Dio, che è disonorato. I Filistei diranno: “Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico” Giudici 16:23. Ecco perché vogliamo incoraggiarci a vicenda a fare le cose in modo diverso rispetto a Sansone e a non essere cristiani a metà.

17 aprile - Servire il Signore (1)

(Gesù ha detto:) “Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre lo onorerà”.

Giovanni 12:26

State saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

1 Corinzi 15:58

 

Servire il Signore (1)

 

Che privilegio poter servire il Signore! Quale onore servire il Re dei re e il Signore dei signori! (Apocalisse 19:16). Se è Gesù Cristo che desideriamo seguire, ricordiamoci che sulla terra è stato il servitore di tutti. Egli è il nostro modello: è venuto non “per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:28).

Che ricompensa sapere che chi serve il Signore “il Padre lo onorerà”! Anche le nazioni onorano coloro che hanno servito la patria, erigono dei monumenti a loro ricordo o iscrivono i loro nomi su lapidi commemorative. Ma la dichiarazione di Gesù ci parla di un onore che viene da Dio stesso!

In un racconto della Bibbia, un re ha posto ai suoi ministri questa domanda: “Che si deve fare a un uomo che il re vuole onorare?” (Ester 6:6). Un re può dare solo delle ricompense per la terra, di durata limitata, fatte di gloria umana e di ricchezze. Ma nel cielo, Dio Padre darà delle ricompense di valore infinito ed eterne (1 Corinzi 9:25). Già fin d’ora, nella vita giornaliera, chi serve il Signore ha come ricompensa la gioia di essere approvato da Lui! E non è poca cosa.

Numerosi testi biblici ci incoraggiano a servire il Signore con umiltà e con coraggio, sapendo che la nostra fatica “non è vana nel Signore”.

mercoledì 16 aprile 2025

Sansone (8/11)

4. SANSONE AMA DALILA

Sansone non passa accanto a Dalila con noncuranza. Anzi, commette lo stesso errore commesso da Eva in Eden e che, sono sicuro, tutti noi abbiamo commesso molte volte.

Lui vede. Lui desidera. Lui prende.

È esattamente così che funziona nella nostra società moderna. Vediamo qualcosa. Lo desideriamo. Lo prenderemo. Non aveva idea che Sansone sarebbe rimasto intrappolato come una mosca nella tela di un ragno.

Si innamora di Dalila. In una donna che era una delle nemiche di Dio. Sei mai stato innamorato? La Bibbia mette fortemente in guardia contro tali scelte. “Quale relazione c'è fra il fedele e l'infedele?” chiede Paolo in 2 Corinzi 6:15. Ovviamente nessuna. Perciò non dovremmo porci sotto lo stesso giogo per la nostra vita. Quindi stai lontano! Non pensarci nemmeno. Perché altrimenti, in quanto cristiani, siete sulla strada più rapida per allontanarvi passo dopo passo da Dio.

Il testo dice che amava Dalila. Veramente? Beh, dipende da cosa intendiamo per amore. Nel Nuovo Testamento leggiamo dell'amore tra un uomo e una donna nel matrimonio. Questo è l'amore reciproco che collega due persone al Signore raffigurata nelle corda a tre capi che non si rompe. Sansone certamente non amava Dalila in quel modo. Poi leggiamo nella Bibbia dell'amore degli amici. Questo è un amore che trova nell’altro qualcosa di amabile. Anche così, Sansone non avrà amato Dalila, perché è dimostrato che Dalila gli ha fatto solo del male. Ma in terzo luogo c’è un’altra parola per amore che troviamo nella nostra parola “eros”. Questo è ciò che a volte viene chiamato “amore erotico”. Riguarda il sesso e talvolta anche il denaro e il potere.

L'amore erotico non è il vero amore. Riguarda essenzialmente la tua soddisfazione per il corpo dell'altra persona. È amore secondo il motto: “Amo me stesso ed è per questo che ho bisogno di te”. Il vero amore, invece, abbraccia tutta la persona, cioè mente, anima e corpo. Dio non voleva un simile “amore”.


5. DALILA SEDUCE SANSONE

Quindi Sansone amava Dalila. Ovviamente l'amore non era reciproco. Perché Dalila aveva qualcosa di completamente diverso in testa. Voleva scoprire il segreto della sua forza. Voleva i soldi. Ha usato il suo fascino femminile per questo scopo e Sansone non le ha reso la cosa particolarmente difficile. Una volta che sei sulla strada sbagliata, non c'è niente che possa fermarti. Non passerà molto tempo prima che la trappola si chiuda.

Quindi Dalila attacca. Potremmo rimanere stupiti dal modo in cui si avvicina a Sansone. A quanto pare i Filistei conoscevano la grande debolezza di Sansone: le donne straniere. Quando il diavolo usa il mondo per sollecitare la nostra carne, non dovremmo sorprenderci se lo fa nel nostro punto più debole. Non dobbiamo sottovalutare il diavolo. Ha molta esperienza quando si tratta di far cadere i credenti.

La prima arma di Dalila è il suo corpo. Sente che Sansone si è innamorato di lei. Lo usa senza scrupoli. Poi entra in gioco l'emotività e finge di dubitare del suo amore. Tutto ciò porta Sansone non solo a indebolirsi, ma anche a perdere permanentemente la sua forza.

Salomone avverte in Proverbi 16:25: “C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma la sua fine è una via di morte”. Questo è quello che è successo a Sansone. Questo è ciò che ci accade se prendiamo la strada sbagliata e non torniamo indietro nel tempo.


6. SANSONE SUPERA TUTTI I SEGNALI DI PERICOLO

Non era necessario che andasse a Sorec. Non era necessario che seguisse Dalila in casa. E soprattutto avrebbe dovuto rendersi conto per tempo di cosa si trattava. Sembra che i Filistei fossero addirittura nella stanza o almeno in casa mentre lui si divertiva con Dalila. Tuttavia le cose seguono il loro corso. In Proverbi 7 leggiamo anche di un giovane che si innamorò di una donna attraente. Alla fine si dice di lui: “Le andò dietro, come il bue va al macello, come uno stolto è condotto ai ceppi che lo condanneranno” Prov. 7:22.

Si deve arrivare a questo? Ovviamente no. Dio mette dei segnali di stop sulla nostra strada. Non possiamo semplicemente ignorarli. Tre segnali di stop del Nuovo Testamento sono particolarmente memorabili:

Romani 12:2: “Non conformatevi a questo mondo” Ecco dove comincia. Ci adattiamo, internamente ed esternamente, a questo mondo e adottiamo il suo comportamento e il suo modo di pensare.

1 Giovanni 2:15: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo”. Così continua. Il mondo trova un posto nei nostri cuori e nei nostri affetti.

Giacomo 4:4: “L'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio”. Questa è la connessione totale con questo mondo. E così facendo ti opponi a Dio totalmente.

Sansone non può essere fermato. Mette in gioco i principi stessi del suo nazireato e quindi della sua forza e diventa debole. Gioca con il fuoco e si brucia. Gioca con la vita e la perde.

In Osea 4:11 Dio ci dice: “La fornicazione, il vino e il mosto tolgono il senno”. Questo era il caso di Sansone. Una cattiva condotta, spesso associata all'alcol, può facilmente far fare cose impensabili ad una persona. Ma nel mondo c’è altro oltre al sesso e all’alcol. I pericoli sono vari e diversi per ognuno. Conosci i tuoi punti deboli?  Allora bisogna stare particolarmente attenti a frequentare certi ambienti.


(segue)