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domenica 1 giugno 2025

01 giugno - La preghiera del re Manasse

(Manasse) si abbandonò completamente a fare ciò che è male agli occhi del SIGNORE.

2 Re 21:6

 

Quando egli fu angosciato, implorò il SIGNORE, suo Dio, e si umiliò… Allora Manasse riconobbe che il SIGNORE è Dio.

2 Cronache 33:12, 13

 

La preghiera del re Manasse

Leggiamo l’Antico Testamento

 

Il re Manasse regnò a Gerusalemme per cinquant’anni, ma si comportò molto male verso Dio. Ricostruì gli altari pagani che suo padre Ezechia aveva distrutto e osò collocare gli idoli nel tempio del Signore. Più volte Dio lo aveva avvertito, ma senza risultato. Questo re trascinò il popolo d’Israele alla più aperta disubbidienza. Nella Bibbia, sono poche le descrizioni così negative della vita di un sovrano. Dopo gli avvertimenti, Dio mandò contro di lui dei nemici che lo fecero prigioniero. Per tanta malvagità che cosa ci si può aspettare se non il giudizio?

Ma all’improvviso il tono del racconto cambia: “Quando egli fu angosciato, implorò il SIGNORE, suo Dio, e si umiliò profondamente davanti al Dio dei suoi padri. A Lui rivolse le sue preghiere, e Dio si arrese ad esse, esaudì le sue suppliche…” Con misericordia, Dio tenne conto della preghiera di quest’uomo e del suo pentimento. E si arrese. Che pazienza!

L’esempio di Manasse c’incoraggia tutti a ricorrere a Dio in ogni tempo. Qualunque sia il nostro passato, finché siamo su questa terra c’è speranza per noi se ci pentiamo. Ma dobbiamo farlo subito, non appena ci rendiamo conto della gravità del peccato commesso. Dio è sempre lo stesso (Salmo 102:27); se ha risposto alla preghiera di Manasse, non respingerà la nostra. Volgiamoci a questo Dio la cui pazienza tocca i nostri cuori e ci stupisce. Al minimo segno di pentimento e di ritorno a Lui, Egli ci accoglierà come fece il padre nella parabola del figlio ribelle (Luca 15:20).