Il ventesimo secolo è stato un'epoca di dubbio. La stabilità sociale che caratterizzava quel periodo fu sconvolta dalle due Guerre Mondiali con il loro strascico. Ora nel ventunesimo secolo, in mezzo ai costanti rumori di guerre e all'incertezza economiche, la gente si dibatte nel pantano dell'insicurezza, priva di punti di riferimento.
“Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta” Matteo 5:13-14.
I cristiani dovrebbero essere radicalmente diversi dai non cristiani. Entrambi gli esempi, sale e luce, pongono le due comunità in contrasto l'uno con l'altra. Da una parte c'è il mondo che, con tutti i suoi mali e le sue tragedie è come una notte buia, mentre all'opposto ci siamo “noi” che dobbiamo essere la luce nel mondo buio. Ancora, da una parte c'è il mondo, che è come carne guasta e pesce marcio, mentre dall'altra parte ci siamo “noi” che dobbiamo essere il sale per impedire il degrado sociale.
E' evidente che abbiamo una necessità. Quale?
Cercare dei Timoteo nel ventunesimo secolo. Degli “uomini di Dio”.
E dobbiamo stare molto attenti perché Dio può chiamarci a svolgere un servizio e lo Spirito può averci fornito i doni necessari ma ciò non basta. Il dono deve essere coltivato e sviluppato da coloro a cui è stato dato. Perciò Timoteo fu esortato a non trascurare il suo dono ma a ravvivarlo come una fiamma: “Non trascurare il dono che è in te” 1 Timoteo 4:14.
C'è una qualità che manca nel temperamento di molti credenti, è facile vederli infervorare per una partita di calcio o per una gara automobilistica, ma così poco per il servizio di Dio!