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domenica 12 febbraio 2017

12 Febbraio

La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.
Avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti… Quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti… Infatti l’amore del denaro è la radice di ogni specie di mali.
1 Timoteo 6:6, 8-10

L’amore del denaro

All’epoca della conquista di Gerico, l’Eterno aveva espressamente prescritto di non appropriarsi di nulla nel momento del saccheggio della città (Giosuè 6:18-19). Ma Acan vide tra il bottino “un bel mantello di Scinear, duecento sicli d’argento e una barra d’oro”; li desiderò, li prese e li nascose nel centro della sua tenda. La concupiscenza è sorta in lui dopo quello sguardo, che ha prodotto il desiderio colpevole di prendere delle ricchezze che Dio non voleva che fossero prese.
Il Nuovo Testamento definisce questa avidità di possedere “cupidigia” (Colossesi 3:5; Efesini 5:5), precisando anche che l’avaro “è un idolatra” (Efesini 5:5). Il desiderio ardente di possedere sempre di più (greco: pleonexia) è tradotto anche con “avarizia” (Luca 12:15, Efesini 5:5).
Osservare con invidia quello che altri hanno, suscita la gelosia e un forte bisogno di possedere le stesse cose o di raggiungere lo stesso livello. Il passo della Parola citato oggi ci mette in guardia contro l’amore del denaro. È innato nella natura umana l’impulso a procurarsi i mezzi per soddisfare “molti desideri insensati e funesti”. Voler assolutamente ottenere delle ricchezze che Dio non ha dato fa cadere nel laccio del diavolo e produce molti dolori, per sé e per gli altri.