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giovedì 7 maggio 2020

07 maggio

Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire?

Poiché quand’ho chiamato avete rifiutato d’ascoltare…, anch’io riderò delle vostre sventure.

Proverbi 1:22, 24, 26

 

Cercatemi e vivrete.

Amos 5:4

 

La domanda essenziale

 

Prima di togliersi la vita, un giovane aveva lasciato queste parole d’addio: “La morte è talmente bella che nessuno torna indietro”. È vero, non si ritorna, ma credere che tutti vi si trovino bene è una pericolosa illusione. La domanda essenziale che ogni uomo deve porsi è quella del patriarca Giobbe: “Il mortale spira, e dov’è egli?” (Giobbe 14:10).

La morte introduce il credente in presenza di Gesù (Filippesi 1:23). Per lui, Dio “cambia in aurora l’ombra di morte” (Amos 5:8); per questo l’apostolo Paolo ha scritto: “Preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore” (2 Corinzi 5:8).

Per chi non crede è tutt’altra cosa. Il racconto che fa il Signore Gesù nel Vangelo è tale da far riflettere chiunque non abbia ancora regolato con Dio la questione dei propri peccati: “Sono tormentato in questa fiamma” (Luca 16:19-31), esclama il ricco defunto della parabola. È possibile che Gesù si sia espresso in modo figurato, come faceva sovente, ma se questa è la figura, cosa sarà la realtà? L’uomo di questa parabola non può cambiare la propria situazione: egli ora è “nei tormenti”.

È mentre si è in vita che a ciascuno è dato il tempo per pentirsi e per credere al Signore.

Per mezzo della Bibbia Dio parla agli uomini, denunciando la loro colpevolezza e offrendo loro la vita eterna. Se non ascoltano mentre sono in vita, dopo la morte sarà troppo tardi.

Tutti voi che leggete queste righe, siete ancora in tempo: “Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:2).