Non
c’è nessun giusto, neppure uno.
Romani 3:11
Cristo
ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi
a Dio.
1 Pietro 3:18
Non è colpa mia
Due
uomini discutevano animatamente nell’ingresso della stazione. Il primo,
piuttosto anziano, sembrava molto arrabbiato. L’altro, più giovane, gesticolava
per far valere le sue ragioni. “In ogni caso, non è colpa mia!” gridò il primo.
E il suo compagno, altrettanto convinto: “Neanche mia!” Avevano perso un treno?
Avevano smarrito un bagaglio? Una cosa era certa: nessuno dei due voleva avere
torto in quella faccenda.
Quando
c’è un litigio, ognuno si sforza di provare la propria innocenza e far valere
le proprie ragioni. Al limite, si può accettare di essersi sbagliati, di non
essere stati informati o di non aver capito, ma difficilmente si riconosce di
aver agito male. Questo accanimento a non voler avere torto dimostra che nel
profondo di noi stessi c’è il desiderio di essere giusti agli occhi degli
altri.
Ma
cosa ne pensa Dio di me? A questo punto devo fermarmi e interrogarmi sui miei
errori e sul male che ho commesso e che commetto ancora. Che ne sarà di me
quando tutta la mia vita sarà valutata alla luce di Dio? Potrò protestare
davanti alla realtà dei miei atti messa a nudo? È necessario che mi affretti a
mettermi in regola con Dio riguardo alle mie colpe. Ma come? Ecco cosa insegna
Dio: la sola strada da percorrere è confessare di essere peccatori e credere che
Gesù è morto per regolare la questione del peccato, per pagare per i colpevoli.
Perché “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,
affinché chiunque crede in lui non
perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).