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sabato 23 maggio 2020

23 maggio

Non c’è nessun giusto, neppure uno.

Romani 3:11

 

Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio.

1 Pietro 3:18

 

Non è colpa mia

 

Due uomini discutevano animatamente nell’ingresso della stazione. Il primo, piuttosto anziano, sembrava molto arrabbiato. L’altro, più giovane, gesticolava per far valere le sue ragioni. “In ogni caso, non è colpa mia!” gridò il primo. E il suo compagno, altrettanto convinto: “Neanche mia!” Avevano perso un treno? Avevano smarrito un bagaglio? Una cosa era certa: nessuno dei due voleva avere torto in quella faccenda.

Quando c’è un litigio, ognuno si sforza di provare la propria innocenza e far valere le proprie ragioni. Al limite, si può accettare di essersi sbagliati, di non essere stati informati o di non aver capito, ma difficilmente si riconosce di aver agito male. Questo accanimento a non voler avere torto dimostra che nel profondo di noi stessi c’è il desiderio di essere giusti agli occhi degli altri.

Ma cosa ne pensa Dio di me? A questo punto devo fermarmi e interrogarmi sui miei errori e sul male che ho commesso e che commetto ancora. Che ne sarà di me quando tutta la mia vita sarà valutata alla luce di Dio? Potrò protestare davanti alla realtà dei miei atti messa a nudo? È necessario che mi affretti a mettermi in regola con Dio riguardo alle mie colpe. Ma come? Ecco cosa insegna Dio: la sola strada da percorrere è confessare di essere peccatori e credere che Gesù è morto per regolare la questione del peccato, per pagare per i colpevoli. Perché “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).