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mercoledì 5 ottobre 2022

In una mangiatoia

“Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo” Luca 2:6-7.


Dio divenne uomo, il cielo si aprì e pose il suo “cittadino” più prezioso... in una mangiatoia. L'onnipotente divenne per qualche tempo carne e sangue e colui che era più esteso dell'universo rivestì un corpo simile al nostro.

Incomprensibile, inimmaginabile, come solo l'amore di Dio può esserlo.

Colui che sostiene i mondi con una parola scelse di nascere in una modesta famiglia.

Non venne come una folgore circondato da luce intensa o come un conquistatore inavvicinabile, Maria e Giuseppe non avevano niente di regale, eppure Dio affidò a questi semplici genitori il suo tesoro più grande, quel neonato aveva presieduto la nascita dell'universo.

Singolare questa “stanza del trono”, non c'erano tende a ornare le finestre, i cortigiani non indossavano abiti di velluto, nessuno scettro d'oro, né una corona scintillante, ma tutto ciò che lo circondava, era la grazia di Dio, tutto ciò di cui questa scena era impregnata era lo smisurato amore di Dio per gli uomini.

Dio fatto carne, scelse di rivelare se stesso attraverso un corpo umano.

La lingua che risuscitò il morto era una lingua umana, la mano che toccò il lebbroso era come la nostra, i piedi su cui la donna pianse erano del tutto simili a quelli di molti altri ma le sue lacrime...attenzione alle sue lacrime... perché provenivano da un cuore unico, un cuore così colmo di amore e di grazia quanto non potrà mai esserlo né il mio né il tuo.