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giovedì 27 luglio 2017

27 luglio

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande.
Matteo 7:26-27

La cappella insabbiata


Sulla costa francese dell’Atlantico, un tempo c’era una piccola cappella, situata in un avvallamento tra le dune di sabbia. Per molti anni i pescatori dei dintorni vi si recavano regolarmente, e avevano cura che la strada per arrivarci fosse sempre sgombra dalla sabbia. Ma, col tempo, l’interesse della popolazione s’indebolì; la piccola casa di preghiera non fu più frequentata, e rimase chiusa. Le tempeste, soffiando dal mare, sollevarono turbini di sabbia, finché la cappella fu interamente ricoperta e oggi non si sa neppure più dove fosse esattamente.
Sono molti quelli che, in giovinezza, hanno dichiarato di appartenere al Signore Gesù Cristo, poi si sono lasciati vincere dall’indifferenza, e oggi non si capisce più se sono cristiani o no! Non hanno rinnegato apertamente Cristo, ma non si sono mai impegnati a seguirlo. La loro vita spirituale è stata soffocata dall’egoismo, dalla trascuratezza, dal perseguimento degl’interessi personali piuttosto che di quelli di Dio.
La Lettera agli Ebrei avverte: “Bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse” (2:1). Badiamo di non trascurare le verità eterne, lasciandoci assorbire da ciò che è solo passeggero.

“Tornate a Colui dal quale vi siete così profondamente allontanati” (Isaia 31:6).