Gesù…
esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”.
Giovanni
7:37
Chi
ode, dica: “Vieni”. Chi ha sete venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua
della vita.
Apocalisse
22:17
No,
la felicità non è in vendita!
Il
presidente di un’importante catena di ipermercati, intervistato da un
giornalista sulla sua strategia di sviluppo, si è espresso nel modo seguente:
“Dobbiamo meritare la fiducia dei nostri clienti. Io lotto per la felicità
della gente che viene da me. Per questo desidero offrire loro nuovi servizi, da
un luogo di preghiera fino al uno studio medico. Comprare, consumare,
incontrarsi, educare, curarsi, pregare, ecco i bisogni ai quali voglio
rispondere…Voglio monetizzare la felicità, commercializzarla”.
Nonostante
la citazione insolita della preghiera, quanto materialismo c’è in quella lista
di prodotti da consumare! Pretendere di vendere o di comprare la felicità è
confonderla con la sua contraffazione, una specie di comfort. Significa
disconoscere i veri bisogni del cuore umano.
L’uomo
ha sete di pace interiore e per questo gli occorrono delle certezze che nessuno
sulla terra gli può vendere. La vera felicità può darla solo Gesù, ed è
gratuita. Non sotto forma di condizioni di vita più favorevoli, che portano
solo un equilibrio fragile, temporaneo e presto rimesso in causa. Occorre confessare
questo stato permanente d’insoddisfazione, di opposizione più o meno
consapevole a Dio, accettare il suo perdono per mezzo della fede in Gesù
Cristo. Egli è morto sulla croce per cancellare i nostri peccati, è
risuscitato, e ora vive nel cielo. Prendendo il nostro posto sotto il giudizio
di Dio, ha pagato, lui, il prezzo della nostra felicità presente ed eterna.
“Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti”
(Romani 4:7).