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mercoledì 6 giugno 2018

6 giugno


Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.
Isaia 53:7

Grandezza morale

La grandezza morale di Gesù Cristo è incomparabile. Essa ha brillato in modo particolare quando era ingiuriato dagli uomini. Gli hanno persino detto: “Sappiamo che tu hai un demonio” (Giovanni 8:52), e lui, il Santo Figlio di Dio, il Signore della gloria, ha risposto con dolcezza: “Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio”.
Quest’uomo umile e perfetto è il “nostro grande Dio e Salvatore” (Tito 2:13), il quale, “oltraggiato, non rendeva gli oltraggi, soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente” (1 Pietro 2:23). Sulla croce, inchiodato da uomini malvagi, ha interceduto per coloro di cui è detto: “Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza” (Giacomo 5:6). Egli ha sopportato la sofferenza, la vergogna, l’ingratitudine, lo scherno senza alzare la testa, né rivendicare i propri diritti. Ha accettato di morire come un malfattore, pur essendo l’unico giusto, per regolare definitivamente la questione del peccato. La sua perfezione morale è così pienamente manifestata e dà valore al suo sacrificio. “Cristo… mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio” (Ebrei 9:14).
Amici credenti, che grandezza quella del nostro Salvatore! Lasciamoci pervadere di ammirazione, per lodarlo e per legarci a lui con tutto il nostro cuore.