Dio misericordioso e
pietoso… non terrà il colpevole per innocente.
Esodo 34:7
(Gesù
Cristo) ha portato i peccati di molti e
ha interceduto per i colpevoli.
Isaia 53:12
Che cosa hai fatto?
Caino ha ucciso suo fratello. Ora, il sangue
di Abele “grida” a Dio dalla terra sulla quale è stato versato. Quel Dio a cui
Caino si è rifiutato di sottomettersi, ma al quale deve, volente o nolente,
rendere conto, gli si fa incontro e gli pone due domande: “Dov’è Abele, tuo fratello?”
e “Che hai fatto?” (Genesi 4:9,10). Alla prima risponde “Non lo so”, alla
seconda non risponde nemmeno, perché si accorge che Dio è al corrente di tutto.
Così, il Dio santo e l’uomo peccatore, il Dio
che dà la vita e l’uomo che l’ha violentemente tolta, sono lì, uno di fronte
all’altro. E il Giudice di tutta la terra pronuncia la sua condanna: “Ora tu
sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per
ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano” (v. 11).
Passano i secoli, e un giorno, sotto un
portico di tribunale c’è di nuovo un uomo davanti a Dio. Ma questa volta i
termini sono capovolti. Il giudice è Pilato, uomo corrotto e ingiusto, con la
coscienza macchiata dei più efferati delitti, e l’imputato è nientemeno che Dio; nell’esteriore in forma di uomo, ma avendo fornito le
prove più evidenti e incontestabili della sua natura divina. “Che cosa hai
fatto?”, chiede Pilato al Signore Gesù (Giovanni 18:35). Esattamente la stessa
domanda che Dio aveva rivolto a Caino 4000 anni prima! Quello che aveva fatto
era evidente a tutti, e Pilato lo sapeva: aveva guarito i malati, risuscitato i
morti, insegnato l’amore, la giustizia, l’umiltà; era “andato dappertutto
facendo del bene” (Atti 10:38). Avrà il coraggio il giudice di pronunciare una
condanna? Lui ha “il potere” – almeno così crede – di liberarlo o
crocifiggerlo, e decide di crocifiggerlo. Che colpa! La stessa che hanno ancora
oggi tutti coloro che rifiutano di vedere in Cristo il Figlio di Dio, il
Salvatore di chiunque crede.