Per
la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia
di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto
sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
Romani 12:3
Che opinione abbiamo di noi stessi?
Nelle
scuole e nelle università gli studenti vengono aiutati ad analizzare le loro
competenze e a conoscere i loro punti di forza, per poi farli valere nei futuri
colloqui di lavoro. Questa pratica è sicuramente utile nel contesto attuale
dove è difficile trovare un impiego.
Per
quanto riguarda l’ambito spirituale, invece, il credente deve stare attento
all’insegnamento che la Parola di Dio gli dà riguardo a se stesso. L’apostolo
Paolo, che ci esorta ad avere un concetto
sobrio di noi stessi, ci ha lasciato il suo esempio: “Io sono il minimo
degli apostoli – dice – e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho
perseguitato la chiesa di Dio. Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono;
e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti
loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me” (1 Corinzi 15:9-10). Paolo
non si sottovalutava, ma era cosciente che, se era quello che era, lo doveva unicamente alla grazia di Dio.
Diceva ancora: “Di me stesso non mi vanterò se non delle mie debolezze…,
affinché la potenza di Cristo riposi su di me” (leggere 2 Corinzi 12:5-9).
Nella misura in cui ci dimentichiamo di noi stessi per lasciare il primo posto
al Signore possiamo essere utili nel compiere del lavoro per lui. Non perdiamo
il nostro tempo a valorizzare noi stessi e impegniamoci piuttosto a servirlo
con umiltà.