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martedì 23 luglio 2019

23 luglio


Hanno chiuso gli occhi, affinché non vedano con gli occhi… non comprendano con il cuore, non si convertano, ed io non li guarisca.
Matteo 13:15

Una cosa so, che ero cieco e ora ci vedo.
Giovanni 9:25

“Avete occhi e non vedete”

“Ci tengo come alla pupilla dei miei occhi”. Quest’espressione evoca ciò che abbiamo di più prezioso. Infatti i nostri occhi, tanto fragili, tanto complessi, fatti da più di 250 milioni di cellule, ci fanno scoprire le luci, le forme, i colori…
Ma ci sono cose che i nostri occhi non vedono. Gesù l’ha detto ai suoi discepoli: “Avete occhi e non vedete” (Marco 8:18). Essi erano stati testimoni dei suoi miracoli, ma non ne vedevano il significato e così non capivano il senso di certe sue parole.
Forse anche noi, un giorno, siamo stati colpiti e interpellati: la bellezza di un paesaggio ci ha fatto pensare al Creatore; la lettura di un testo biblico ci ha fatto riflettere. Abbiamo avuto occhi per vedere e orecchie per ascoltare? Oppure siamo tornati alle nostre abitudini, chiudendo la porta al richiamo di Dio, senza riflettere sul futuro della nostra esistenza?
Avere occhi per vedere significa essere sensibili alla luce che viene da Dio. Il nostro stupore davanti alle bellezze della natura ci inciterà a lodare il Creatore. La lettura della Parola di Dio ci porterà a conoscere Gesù, il suo Figlio, che è luce e amore. Simeone, un anziano Israelita che ha tenuto in braccio Gesù quand’era un piccolo bambino, ha esclamato: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza” (Luca 2:30). Il Dio Salvatore era lì, sotto forma di quel fanciullino. Se la potenza e la maestà di Dio si manifestano nel creato, l’amore divino splende nell’umiltà, nell’abbassamento, nella morte e nella risurrezione di Cristo. Abbiamo occhi per vederlo?