Gesù
allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se perseverate nella
mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità
vi farà liberi”.
Giovanni 8:31, 32
Cristianesimo e libertà
La
ricorrenza odierna della rivoluzione francese ci ricorda che la libertà, con
l’uguaglianza e la fraternità, è uno dei tre pilastri di questa nazione; ed è
anche una delle nostre maggiori preoccupazioni. Giustamente si dice: la libertà
dell’uno finisce dove incomincia quella dell’altro. Infatti, se ciascuno vive
come vuole, presto si arriva alla catastrofe. Quante costrizioni, quanti danni
sono imposti agli altri col pretesto della libertà! Nel mondo del lavoro, il
rendimento imposto alle imprese dagli azionisti può rendere schiavi. Dove
trovare allora il rispetto del prossimo e i limiti giusti nell’esercizio della
libertà?
Molti
immaginano che la religione cristiana sia una serie di “bisogna”: bisogna
andare in chiesa, confessarsi, dare l’offerta, seguire i riti… Quante
costrizioni! In che cosa, dunque, il fatto di essere cristiani rende liberi,
come afferma Gesù Cristo?
La
libertà cristiana non consiste nel seguire con rigore delle regole di
comportamento. Risulta dal fatto che, liberato
dalla schiavitù del peccato, il credente può vivere cercando di piacere a Dio, seguendo Gesù che, senza
peccato e libero da ogni costrizione, non ha cercato di piacere a se stesso, ma
ha potuto dire: “Faccio sempre le cose che piacciono al Padre” (Giovanni 8:29).
Gesù ha manifestato una libertà calorosa, generosa, attenta e premurosa,
cercando senza parzialità il bene di tutti quelli che frequentava.
La
vera libertà promessa da Gesù a quelli che credono in Lui e lo seguono consiste
nell’essere liberi di rigettare ciò che lo disonora, che fa torto agli altri e
a sé stessi, e nell’amare i propri nemici con lo stesso spirito di grazia del
Signore Gesù.