Figliola,
la tua fede ti ha salvata; va’ in pace.
Luca 8:48
Contatto vitale
(leggere Luca 8:43-48)
Quella
donna, che aveva una perdita di sangue da dodici anni e che non era riuscita ad
ottenere dai medici nessun miglioramento, aveva piena fiducia nei poteri del
Signore. Pensava: “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva” (Marco
5:28).
Così
avvenne. Il Signore risponde sempre alla fede. Ma perché Lui, che conosce ogni
cosa, chiede: “Chi mi ha toccato?” Pietro e i discepoli non comprendono il
senso della domanda, perché non distinguono il contatto fisico dal contatto
vitale. Poco dopo, la donna dichiara davanti a tutti il suo stato passato e la
sua guarigione istantanea.
Anche
a noi occorre un contatto vitale e non esteriore con il Signore. Non basta una lettura superficiale della Parola di Dio; questa
deve imprimersi profondamente nelle nostre anime (Giacomo 1:21), esercitare
tutto il suo peso sulle nostre coscienze e portare i suoi frutti.
Quella
donna fu guarita, ma Gesù volle che rendesse testimonianza davanti a tutti
della sua liberazione (leggere Romani 10:9).
Noi
siamo salvati per grazia, mediante la fede. Dio ha fatto quanto era necessario
perché i nostri peccati fossero perdonati: questa è la grazia, Inoltre, per
mezzo della fede, confidiamo nel nostro perfetto Salvatore. Ma la piena
salvezza, la pace dell’anima, implicano che la nostra guarigione sia
“visibile”, non solo nelle nostre parole, ma anche e soprattutto nel nostro
modo di vivere.
Allora
il Signore poté dire alla donna: “Va’ in pace”.