Disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della
sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?
Romani 2:4
Pentimento
Andiamo indietro di ventotto secoli. Una grande e ricca città,
chiamata Ninive, si estendeva lungo le rive del fiume Tigri. Ma gli abitanti
erano malvagi e Dio decise di punirli. Prima però di esercitare il suo giudizio
mandò Giona, uno dei suoi profeti, ad annunciare la terribile notizia: “Ancora
quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta”!
Il profeta si rifiutò di andare a portare quel messaggio. Temeva
forse che si pentissero e che Dio li avrebbe perdonati? E perché Dio avrebbe
dovuto perdonare un popolo così corrotto? Giona
fuggì verso un luogo dove nessuno sarebbe andato a cercarlo… nessuno
all’infuori di Dio, che lo fece tornare indietro e gli rinnovò l’ordine di
andare a predicare a Ninive. E Giona, a malincuore, obbedì (Giona 3:4).
Miracolo! Gli abitanti di Ninive si pentirono, Dio li perdonò ed
annullò il preannunciato giudizio. “Com'è vero che io vivo, dice il Signore,
Dio, io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva”
(Ezechiele 33:11).
Per cosa ci interessa questo racconto? Per la sua attualità. Ancor
più che a Ninive, tutte le nostre città, così come l’umanità intera, sono
corrotte e perverse; ma Dio, come ha perdonato i Niniviti, così vuole poter perdonare anche oggi tutti quelli che si
pentono prima che sia troppo tardi.
E tu, ti sei pentito sinceramente davanti a Dio? Egli non può
sopportare il male, ma è anche un Dio d’amore e di bontà, che può perdonare il
peccatore che si pente grazie alla morte in croce del suo Figlio Gesù Cristo.
Se accetti Gesù come tuo Salvatore sarai felice e farai felice Dio, perché c’è
“gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:7).