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venerdì 11 settembre 2015

11 Settembre

Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
1 Giovanni 2:1, 2

La domanda di Anna

Da poco tempo Anna è venuta a contatto con l’Evangelo. È ben disposta, ma la turba una domanda: “Come ha potuto Cristo espiare i miei peccati sulla croce quando non li avevo ancora commessi?”. Ho provato a darle una risposta con questo esempio: supponiamo che il cortile di una scuola in montagna sia sistemato sull’orlo di un burrone. Poiché i ragazzi perdono il pallone quando viene tirato oltre il recinto, il maestro proibisce di giocare da quel lato del cortile. Inoltre, esige che il ragazzo che avrà causato la perdita di un pallone ne dovrà comprare uno nuovo. Ed ecco che un ragazzo ne perde uno, ma i suoi genitori sono poveri. Un signore lo viene a sapere e dà al maestro una somma di denaro per pagare tutti i palloni persi dai ragazzi, a condizione, però, che chi ha perso il pallone lo venga a confessare a lui. Dunque, la provvista di denaro per tutti i palloni che si sarebbero persi era a disposizione, ma a patto che ci fosse una confessione sincera.
Allo stesso modo il sacrificio di Cristo è per tutti i peccati delle persone del mondo, peccati compiuti prima o dopo la Sua venuta sulla terra. Ma sono perdonati solo quelli delle persone che si sono pentite e li hanno confessati a Dio (1 Timoteo 2:6).

Quel signore non sapeva quali ragazzi avrebbero potuto usufruire della sua generosità, invece il Signore Gesù, poiché è Dio, conosce tutto in anticipo; infatti, prima della crocifissione, in una preghiera, Egli ha affidato al Padre i Suoi discepoli dicendo che la preghiera era anche per quelli che, come noi, sarebbero venuti alla fede dopo di loro (Giovanni 17:20).