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martedì 8 settembre 2015

8 Settembre

Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: “Che cercate?” Ed essi gli dissero: “Rabbì (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti? Egli rispose loro: “Venite e vedrete”. Essi dunque andarono, videro dove abitava e stettero con lui quel giorno.
Giovanni 1:38, 39

 

Venite e vedrete

La prima parola di Gesù riferita nel Vangelo di Giovanni è una domanda: “Che cercate?” Questa domanda, rivolta a due uomini che lo seguivano, riguarda anche noi. Vi abbiamo risposto nel segreto delle nostre coscienze?
“Dove abiti?” Rispondono i due discepoli che desiderano stare con Gesù. Gesù non aveva una propria dimora sulla terra (Luca 9:58); la sua vera casa era il cielo, nell’intimità col Padre (Giovanni 1:18), ma desiderava anche abitare nel cuore dei credenti (Giovanni 15:4, 5).
Gesù risponde con due verbi che troviamo sovente nel corso di questo Vangelo: “Venite e vedrete”. Dove abitava Gesù? Non sappiamo. È detto che andava “dappertutto facendo del bene” (Atti 10:38). Non sappiamo nemmeno quale fu l’argomento della loro conversazione, ma ne conosciamo il risultato. Quelli che hanno risposto al Suo invito sono stati convinti che Egli era il Messia e hanno potuto testimoniarlo ad altri. Sono diventati Suoi discepoli.
La chiamata di Gesù “Venite e vedrete” ha un significato spirituale per noi oggi. Venire a Gesù è credere in Lui, aprirgli il cuore. Questo è il primo passo della fede, che mi permette di “vedere” quello che prima mi era nascosto, e di scoprire la bellezza e la profondità delle realtà spirituali.

Se conosci la dolcezza della Sua presenza, puoi dire come il salmista Davide: “L’anima mia si lega a te per seguirti” (Salmo 63:8), “Un giorno nei tuoi cortili vale più che mille altrove” (Salmo 84:10).