Non
v’illudete (o non v’ingannate); né fornicatori, né idolatri, né adulteri,… né
ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il
regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati giustificati nel
nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio.
1 Corinzi 6:9-11
Astenetevi
da ogni specie di male.
1 Tessalonicesi 5:22
Non
v’ingannate (3)
Ci si
potrebbe stupire che l’ammonimento citato nel versetto odierno l’apostolo Paolo
lo rivolga a dei cristiani, ma ricordiamoci che la nostra natura, corrotta fin dalla
nascita, non scompare alla nostra conversione e può manifestare ad ogni momento
i suoi cattivi frutti. Può anche portare a gravi colpe se la lasciamo agire.
Dio non sopporta il male e non accetterà alla Sua presenza nessuna persona
ancora col carico dei suoi peccati. Solo quelli che avranno ottenuto il perdono
delle loro colpe, per mezzo della fede in Gesù Cristo, vi avranno accesso.
Bisogna
dunque pensare che un credente che ricadesse in qualche peccato potrebbe
perdere la salvezza? No. Se ha la vita di Dio, si pentirà, confesserà la sua
colpa e abbandonerà il peccato. Il seguito del testo ci fa vedere i risultati
dell’opera di Gesù Cristo per noi. Una madre che ha appena fatto il bagno al
figlioletto e l’ha cambiato, gli dice: “Ora sei tutto pulito; fa’ ben
attenzione a non sporcarti di nuovo!”
Il
Signore Gesù ha sofferto immensamente per renderci adatti per il cielo, e
vorrebbe che questo ci rendesse sensibili riguardo al male e vegliassimo per
non cadere. Non lasciamoci contaminare
banalizzando il peccato. Saremmo forse indifferenti al prezzo che il nostro
Salvatore ha pagato per lavarci dalle nostre colpe?