Non vi ingannate; non ci si può
beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà.
Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi
semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna. Il
frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace.
Galati 6:7, 8; 5:22
Non
v’ingannate (2)
Dio
agisce verso tutti gli uomini secondo determinati principi. Uno di questi è che
raccoglieremo quello che abbiamo seminato. È così anche in natura: se semino
mais, non mieterò grano! Sul piano spirituale è altrettanto vero.Chi
crede in Gesù Cristo riceve la vita eterna e lo Spirito Santo, ma conserva fino
alla morte la sua vecchia natura (“la carne”) che rimane contraria a Dio. È
come un melo che è stato innestato; tutto quello che cresce al di sopra
dell’innesto porta frutto buono, ma i rami della base dell’albero danno frutti
selvatici. Così, le conseguenze delle nostre azioni dipendono da ciò che le ha
motivate. Se sono state ispirate dallo
Spirito di Dio, il frutto sarà alla
Sua gloria, e sarà per il nostro bene; se all’origine vi sono le pulsioni
della nostra natura, sperimenteremo debolezza e tristezza. “Ciò che brama la
carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace” (Romani 8:6).La
nostra personale esperienza ci ha insegnato che ogni volta che seminiamo “per
la carne”, mietiamo frutti amari. Il nostro Dio non vorrebbe che ci
comportassimo così, e ci avverte con amore. Il figlio prodigo della parabola,
che aveva abbandonato la casa paterna, ha dovuto soffrire per le conseguenze
del suo cattivo comportamento; ma, nonostante tutto, quand’è tornato pentito il
padre l’ha accolto (Luca 15:11, 32) e “la grazia è sovrabbondata” verso di lui
(Romani 5:20). Così è quando torniamo a Dio. Non scoraggiamoci dunque, ma
vegliamo ed applichiamoci a coltivare “il frutto dello Spirito”.
(segue)