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domenica 6 settembre 2015

6 Settembre

Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace.
Galati 6:7, 8; 5:22

Non v’ingannate (2)

Dio agisce verso tutti gli uomini secondo determinati principi. Uno di questi è che raccoglieremo quello che abbiamo seminato. È così anche in natura: se semino mais, non mieterò grano! Sul piano spirituale è altrettanto vero.Chi crede in Gesù Cristo riceve la vita eterna e lo Spirito Santo, ma conserva fino alla morte la sua vecchia natura (“la carne”) che rimane contraria a Dio. È come un melo che è stato innestato; tutto quello che cresce al di sopra dell’innesto porta frutto buono, ma i rami della base dell’albero danno frutti selvatici. Così, le conseguenze delle nostre azioni dipendono da ciò che le ha motivate. Se sono state ispirate dallo Spirito di Dio, il frutto sarà alla Sua gloria, e sarà per il nostro bene; se all’origine vi sono le pulsioni della nostra natura, sperimenteremo debolezza e tristezza. “Ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace” (Romani 8:6).La nostra personale esperienza ci ha insegnato che ogni volta che seminiamo “per la carne”, mietiamo frutti amari. Il nostro Dio non vorrebbe che ci comportassimo così, e ci avverte con amore. Il figlio prodigo della parabola, che aveva abbandonato la casa paterna, ha dovuto soffrire per le conseguenze del suo cattivo comportamento; ma, nonostante tutto, quand’è tornato pentito il padre l’ha accolto (Luca 15:11, 32) e “la grazia è sovrabbondata” verso di lui (Romani 5:20). Così è quando torniamo a Dio. Non scoraggiamoci dunque, ma vegliamo ed applichiamoci a coltivare “il frutto dello Spirito”.

(segue)