Esèrcitati
invece alla pietà, perché l’esercizio fisico è utile a poca cosa, avendo la
promessa della vita presente e di quella futura.
1 Timoteo 4:7-8
Mi
esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli
uomini.
Atti 24:16
La pietà, una disciplina
Nessuno
contesta l’utilità di buone norme di vita: mangiare con sobrietà, dormire un
certo numero di ore e fare regolarmente esercizi fisici, non fosse altro che
camminare. È indispensabile prendersi cura del proprio corpo.
Ma è
ancora più vantaggioso esercitarsi alla pietà, proprio come si pratica uno
sport, perché così si vigila sulla propria anima. La pietà, è una relazione con
Dio, una vita di fede, mantenuta per mezzo della lettura della Parola di Dio e
della preghiera. Coltivare questa relazione richiede degli sforzi continui, una
disciplina quotidiana. Il termine greco usato qui per la parola esercitare è quello da cui è stata
tratta la parola ginnastica.
Lo
sportivo ha uno scopo e si impegna totalmente per raggiungerlo. Egli vive
sobriamente, si allena regolarmente. È determinato e rispetta le regole. Lascia
nello spogliatoio ciò che potrebbe ostacolarlo.
Allo
stesso modo il cristiano che vuole piacere al Signore deve sviluppare diverse
qualità: energia spirituale, dedizione,
dipendenza, sottomissione alla Sua volontà, e senso della sua missione.
Egli fissa i suoi occhi su Cristo, lo scopo della sua vita. Ha un solo
obiettivo e conosce le sue priorità. L’apostolo Paolo è l’esempio di un
eccellente atleta: “Una cosa faccio – diceva – dimenticando le cose che stanno
dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per
ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi
3:13-14).