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lunedì 22 maggio 2017

22 maggio

Alcuni si unirono a lui (Paolo) e credettero; tra i quali anche Dioniso l’aeropagita, una donna chiamata Damaris, e altri con loro.

Atti 17:34


Qual è la nostra reazione?


L’apostolo Paolo aveva predicato il Vangelo ai cittadini di Atene, la capitale dell’antica cultura e della filosofia. Aveva presentato Dio come il Creatore e il Sostenitore di tutte le cose e affermava che Dio ordina a tutti gli uomini di pentirsi, cioè di riconoscere la propria vita di peccato davanti a Dio, e fare ciò che Egli gradisce, cioè convertirsi.

La conversione non è qualcosa che Dio consiglia, ma è un comandamento che dà all’umanità. Ignorare il suo comandamento può solo portarci alla condanna personale ed eterna.

Come reagirono gli Ateniesi in presenza del messaggio di Dio? In tre modi.

Alcuni, i devoti degli idoli, si beffarono del Dio vivente. Anche oggi, persone molto superstiziose deridono la fede in Dio.

Altri avrebbero voluto ascoltare Paolo un’altra volta. Rimandare è il tranello preferito dal diavolo. La speranza di poter sempre ricuperare ciò che è stato rimandato, può diventare pericolosa quando si tratta della salvezza eterna. Potrebbe essere troppo tardi! Forse non potrà più esserci un’altra possibilità per udire di nuovo il Vangelo: il nostro destino potrebbe essere già stato deciso.


Ma ad Atene ci furono anche delle persone che credettero, fra loro un giurista chiamato Dionisio e una donna sconosciuta di nome Damaris. Essi ricevettero la Parola di Dio. L’insieme di persone che un giorno sarà nella gloria del cielo proviene da ogni classe sociale. Nel libro della vita di Dio c’è posto per il nome di ognuno! (Apocalisse 20:15).