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mercoledì 31 maggio 2017

31 maggio

Esèrcitati invece alla pietà, perché l’esercizio fisico è utile a poca cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura.
1 Timoteo 4:7-8

Mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini.
Atti 24:16

La pietà, una disciplina

Nessuno contesta l’utilità di buone norme di vita: mangiare con sobrietà, dormire un certo numero di ore e fare regolarmente esercizi fisici, non fosse altro che camminare. È indispensabile prendersi cura del proprio corpo.
Ma è ancora più vantaggioso esercitarsi alla pietà, proprio come si pratica uno sport, perché così si vigila sulla propria anima. La pietà, è una relazione con Dio, una vita di fede, mantenuta per mezzo della lettura della Parola di Dio e della preghiera. Coltivare questa relazione richiede degli sforzi continui, una disciplina quotidiana. Il termine greco usato qui per la parola esercitare è quello da cui è stata tratta la parola ginnastica.
Lo sportivo ha uno scopo e si impegna totalmente per raggiungerlo. Egli vive sobriamente, si allena regolarmente. È determinato e rispetta le regole. Lascia nello spogliatoio ciò che potrebbe ostacolarlo.

Allo stesso modo il cristiano che vuole piacere al Signore deve sviluppare diverse qualità: energia spirituale, dedizione, dipendenza, sottomissione alla Sua volontà, e senso della sua missione. Egli fissa i suoi occhi su Cristo, lo scopo della sua vita. Ha un solo obiettivo e conosce le sue priorità. L’apostolo Paolo è l’esempio di un eccellente atleta: “Una cosa faccio – diceva – dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi 3:13-14).