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lunedì 8 maggio 2017

8 maggio

(L’apostolo Paolo disse:) Non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine con gioia la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù.

Atti 20:24


Baruc, il segretario


Baruc visse 25 secoli fa. Era scriba a Gerusalemme, vale a dire segretario di personaggi importanti. Inoltre, Baruc era un credente fedele. Per questo motivo si era attaccato a Geremia, il grande profeta, e lo serviva.
Ma il periodo era oscuro. Geremia annunciava che Gerusalemme a causa dei suoi peccati stava per essere distrutta dai nemici. Il popolo rifiutava di crederci e non sopportava più Geremia a causa dei suoi messaggi minacciosi. E anche Baruc, che scriveva e leggeva pubblicamente tali messaggi, era perseguitato.
Allora Baruc cominciò a lamentersi della sua sorte: “Guai a me! – diceva – poiché l’Eterno aggiunge tristezza al mio dolore, io mi consumo tra i gemiti e non trovo riposo” (Geremia 45:3). Certamente avrebbe preferito scrivere messaggi di vittoria e di pace.
Un giorno, tuttavia, Baruc ricevette da Dio un messaggio che era per lui. In poche parole l’Eterno gli diceva: “Vedi, Baruc, questa città sarà distrutta, allora non ricercare grandi cose per te. Accontentati di fare ciò che ti do da fare, e della mia promessa: tu vivrai!”

Cristiani, siamo soddisfatti di ciò che il Signore ci dà? Abbiamo la tendenza di auto-commiserarci per la nostra sorte? No, scacciamo questo stato d’animo, perché è come se dicessimo che il Signore è ingiusto verso di noi. Il Signore Gesù, mentre era incompreso e rifiutato, era capace di lodare il Padre per tutte le sue decisioni. Cerchiamo di imitarlo!