(L’apostolo
Paolo disse:) Non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse
preziosa, pur di condurre a termine con gioia la mia corsa e il servizio
affidatomi dal Signore Gesù.
Atti 20:24
Baruc, il segretario
Baruc
visse 25 secoli fa. Era scriba a Gerusalemme, vale a dire segretario di
personaggi importanti. Inoltre, Baruc era un credente fedele. Per questo motivo
si era attaccato a Geremia, il grande profeta, e lo serviva.
Ma il periodo era oscuro. Geremia
annunciava che Gerusalemme a causa dei suoi peccati stava per essere distrutta
dai nemici. Il popolo rifiutava di crederci e non sopportava più Geremia a
causa dei suoi messaggi minacciosi. E anche Baruc, che scriveva e leggeva
pubblicamente tali messaggi, era perseguitato.
Allora Baruc cominciò a lamentersi della
sua sorte: “Guai a me! – diceva – poiché l’Eterno aggiunge tristezza al mio
dolore, io mi consumo tra i gemiti e non trovo riposo” (Geremia 45:3).
Certamente avrebbe preferito scrivere messaggi di vittoria e di pace.
Un giorno, tuttavia, Baruc ricevette da
Dio un messaggio che era per lui. In poche parole l’Eterno gli diceva: “Vedi,
Baruc, questa città sarà distrutta, allora
non ricercare grandi cose per te. Accontentati di fare ciò che ti do da
fare, e della mia promessa: tu vivrai!”
Cristiani, siamo soddisfatti di ciò che
il Signore ci dà? Abbiamo la tendenza di auto-commiserarci per la nostra sorte?
No, scacciamo questo stato d’animo, perché è come se dicessimo che il Signore è
ingiusto verso di noi. Il Signore Gesù, mentre era incompreso e rifiutato, era
capace di lodare il Padre per tutte le sue decisioni. Cerchiamo di imitarlo!