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mercoledì 23 agosto 2017

23 agosto

Gesù si staccò da loro circa un tiro di sasso e postosi in ginocchio pregava, dicendo: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!”
Luca 22:41-42

Gesù, solo nella morte

“Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). È venuto a prendere il nostro posto e a subire la condanna di Dio per i nostri peccati. Nessuno poteva partecipare a una tale opera, né venire in suo aiuto. Troviamo un’illustrazione di questo nel modo in cui il popolo d’Israele ha attraversato il fiume Giordano (simbolo della morte). In quel momento l’arca (che rappresenta Cristo) è entrata per prima nelle acque, e Dio ha chiesto al suo popolo di tenersi a distanza (Giosuè 3:4).
Nel giardino del Getsemani, il Signore si è allontanato dai suoi discepoli e, a tu per tu col Padre, ha accettato di “diventare peccato” (2 Corinzi 5:21) per noi. Aveva detto: “Non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?” (Giovanni 18:11). Chi avrebbe potuto seguirlo quando andava incontro al supplizio della croce, per subire al nostro posto il giudizio e la morte? Per tre ore, tutto il paese è stato invaso da tenebre profonde. Nessuno doveva vedere quella scena unica in cui il Signore, crocifisso, abbandonato dal suo Dio, portava la condanna di tutti quelli che credono.

Alla fine di quelle tre ore, Gesù esclamò: “È compiuto!” Ora la giustizia di Dio è definitivamente soddisfatta e il credente è in pace, in comunione con il suo Salvatore che, risuscitato, non è più solo, ma associa a sé tutti quelli che gli credono. “Pace a voi!” (Giovanni 20:19), ha detto quando è apparso ai discepoli. “Pace a voi” ripete anche oggi a coloro che gli appartengono.