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domenica 6 agosto 2017

6 agosto

(Gesù è venuto) per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.
Ebrei 2:14,15
 
La morte, una chiave d’oro

Davanti a un quadro che rappresentava la morte sotto forma di uno scheletro con una falce in mano, un credente fece questa osservazione: “Quanto a me, dipingerei la morte come un angelo con una chiave d’oro”. Che differenza! La morte è la conseguenza del peccato (Romani 6:23) e il giudizio contro la disubbidienza dell’uomo (Genesi 2:17). È per tutti, perché tutti hanno peccato. Eppure la morte, fine della nostra vita terrena, si apre su due ambiti completamente opposti, e senza comunicazione. È quanto Gesù Cristo insegna nel Vangelo. Quelli i cui peccati sono stati perdonati sulla base del sacrificio di Cristo saranno introdotti dalla morte nella gioia della presenza di Dio. Quelli che non credono rimangono, davanti al Dio santo, nei loro peccati, aspettando il giudizio nell’amarezza e nell’angoscia.
Vale la pena aver le idee chiare fin da oggi quale porta aprirà per noi la morte.
Ascoltiamo ciò che Gesù ha detto a Marta mentre si avvicinava alla tomba dove avrebbe risuscitato suo fratello Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?” (Giovanni 11:25,26). Gesù risuscitato dice ancora all’apostolo Giovanni: “Non temere, io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades” (Apocalisse 1:17-18).

È Gesù Cristo, non un angelo, che tiene la “chiave d’oro”. Lui è il mio Salvatore. È anche il vostro?