Non
fatevi altri dèi accanto a me; non vi fate dèi d’argento, né dèi d’oro.
Esodo 20:23
Nessuno
può servire due padroni… Voi non potete servire Dio e le ricchezze.
Matteo 6:24
Noi e il lavoro
In
Genesi 3:19, Dio dichiara: “Mangerai il pane con il sudore del tuo volto”, il
che significa: dovrai lavorare con fatica per poter vivere. Lo fanno tutti, o
quasi. Per ubbidire a Dio? Per la verità non si può fare diversamente: se non
si coltiva, non cresce niente; se non si alleva il bestiame, non si ha carne
ecc. Con il passare dei secoli, il “baratto” (scambio di beni) è stato
sostituito dal denaro. Ma più se ne ha, più se ne vuole; tutto è centrato sul
denaro. Si potrebbe quasi dire che nella nostra epoca si adora il “dio denaro”.
Denaro
e lavoro sono praticamente sinonimi perché senza lavoro non c’è denaro. E se
qualcuno non ha lavoro, ha la sensazione di non essere nessuno. Quando si
chiede: “Chi è quel tale?” la risposta è: un commerciante, un dirigente, un
operaio, ecc. Perdendo il lavoro, si perde la propria identità.
Vi
pare che Dio voglia che sia il lavoro a definire l’identità di una persona? Dio
ama ognuno di noi, senza preferenze e senza motivo, soltanto perché Lui
è amore. Egli riconosce il valore intrinseco di ogni uomo, perché l’uomo è
stato fatto a somiglianza di Dio. Il lavoro è indispensabile, è Dio che ce l’ha
dato per il nostro equilibrio fisico. Ma dobbiamo lasciarlo al suo giusto
posto: che esso non interferisca col tempo necessario alla nostra relazione col
Signore.