Come per la disubbidienza di un
solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno
solo (Gesù), i molti saranno costituiti giusti.
Romani
5:19
Una
brutta pellicola
La Lettera ai Romani tratta il
grande argomento della giustizia di Dio. Questo testo ci fa vedere qual è
il nostro tragico stato morale davanti a Dio, e poi in che modo Dio stesso se ne
è occupato.
Nella prima parte (capitoli 1 a 5
v. 11), l’apostolo Paolo ci dice come Dio ha cancellato i nostri peccati, le
nostre cattive azioni, e ci ha resi giusti per mezzo dell’opera di Cristo,
accettata per fede. Ma poiché il credente scopre di avere ancora in sé il “peccato”,
la natura che ha prodotto questi atti e che non può che produrre dei cattivi
frutti, dal capitolo 5 v. 12 al capitolo 8, Paolo ci mostra come Dio ce ne
libera, condannando non solo gli atti, ma anche la cattiva volontà che li ha
fatti nascere, il “vecchio uomo” (6:6), ereditato da Adamo.
Supponiamo che, leggendo questo
calendario, vi troviate un grave errore di stampa. Poiché tutte le copie
derivano dalla stessa pellicola, questo malaugurato refuso si ritrova
inevitabilmente sulle migliaia di esemplari dell’edizione. Per avere un testo
senza errore, il tipografo dovrebbe procedere a una nuova ristampa, partendo da
un’altra pellicola.
Il primo Adamo è come quella
brutta pellicola. Può solo generare degli esseri moralmente identici a se
stesso. Dio non ha tentato di migliorare la razza umana; crea nel credente
un nuovo uomo, in Cristo, che ha dato la sua vita perché
noi fossimo moralmente simili a Lui.