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mercoledì 29 novembre 2017

29 novembre

L’Eterno formò l'uomo dalla polvere della terra. Sei polvere e in polvere ritornerai.
Genesi 2:7; 3:19

Finché la polvere torni alla terra… e lo spirito torni a Dio che l'ha dato.
Ecclesiaste 12:9

Tu m’hai posto nella polvere della morte.
Salmo 22:15

La polvere della morte

Il primo uomo, Adamo, messo nel giardino di Eden ha disubbidito alle parole di Dio, dando ascolto alle parole di Satana. Così ha peccato e si è esposto alla condanna divina: “Tu sei polvere e polvere ritornerai”; questa era l’applicazione dell’avvertimento che aveva precedentemente ricevuto: in caso di disubbidienza “certamente morrai” (Genesi 2:17).
In contrasto con Adamo e la sua discendenza, Gesù Cristo, “il secondo uomo è dal cielo” (1 Corinzi 15:47), è venuto dal cielo, assolutamente senza peccato, non avendolo né provato né commesso (2 Corinzi 5:21; 1 Pietro 2:22). Come poteva il suo corpo ritornare alla polvere? La morte non aveva alcun diritto su di lui. Eppure è dovuto morire, lui giusto per noi ingiusti, per espiare i nostri peccati. Gesù è dovuto entrare nel regno della morte; in questo senso è detto di Lui profeticamente: “Tu m’hai posto nella polvere della morte”.
È vero, Gesù ha conosciuto la morte in quanto “salario del peccato” (Romani 6:23), ma vi è entrato volontariamente e ne è uscito vincitore. Il corpo di Gesù, posto in una tomba, non poteva conoscere la decomposizione (Salmo 16:10) e neppure entrare in contatto con essa: il lenzuolo che lo avvolgeva era nuovo (Matteo 27:59), e in quel sepolcro non era mai stato messo nessuno (Giovanni 19:41). Dio ha messo il sigillo della sua approvazione sull’opera compiuta dal suo amato Figlio risuscitandolo dai morti. E i credenti, come hanno portato “l’immagine del terrestre” (1 Corinzi 15:49), cioè di Adamo, porteranno “l’immagine del celeste”, di Colui che vive in eterno.