Poi
(Gesù) prese del pane, e dopo aver
reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è
dato per voi; fate questo in memoria di me”… Diede loro il calice dicendo:
“Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi”.
Luca 22:19, 20
Il dovere della “memoria”
Numerosi
“luoghi di memoria” servono a mantenere nel tempo il ricordo di personaggi
celebri o di avvenimenti, spesso tragici, della nostra storia.
Per
i credenti, esiste un memoriale ancora più importante perché evoca un unico
straordinario sacrificio: “l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta
per sempre” (Ebrei 10:10). Nessun uomo ha sperimentato una sofferenza morale
paragonabile a quella di Gesù Cristo perché ha subìto sulla croce, Lui che era
l’unico giusto, il castigo che meritavano i nostri peccati.
Questo
memoriale delle sue sofferenze e della sua morte, l’ha istituito Gesù in
persona: è chiamato “la cena del Signore” (1 Corinzi 11:20). Essa è costituita
dal pane e dal vino, simboli che ricordano ai credenti ciò che il Signore ha
compiuto per amor loro. Il pane è il
ricordo del corpo che il Signore ha
“dato” per ognuno di noi ed è
anche il simbolo dell’unità dei veri credenti che costituiscono la sua Chiesa
(1 Corinzi 10:16, 17; 11:24). Il vino
parla del suo sangue versato (Matteo
26:27, 28), il sangue della Vittima perfetta che “purifica da ogni peccato”.
“Fate
questo in memoria di me”, ha detto Gesù. Abbiamo risposto a questo suo
desiderio espresso “la notte in cui fu tradito”? Abbiamo a cuore di annunciare
“la morte del Signore, finché egli venga”? (1 Corinzi 11:23, 26)