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lunedì 18 febbraio 2019

18 febbraio


Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze.
Romani 6:12

Siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.
1 Corinzi 6:20

A chi appartiene il nostro corpo?

Un credente non può prendere come scusante di una vita di peccato la sua debolezza umana, perché in lui c’è lo Spirito Santo, “persona” divina che fornisce tutta l’energia necessaria per vivere secondo Dio. Lo Spirito è a disagio se in noi vi sono dei vizi o dei comportamenti corrotti, e si rattrista. E quando lo Spirito è rattristato noi siamo dei cristiani in crisi, senza potenza, incapaci di rendere una testimonianza efficace verso gli increduli.
Sia chiaro, nessuno di noi arriverà mai ad essere perfetto sulla terra. La scuola che Dio ci fa nel corso di tutta la nostra esistenza ha in vista proprio la nostra santificazione, perché possiamo essere sempre più conformi all’immagine del suo Figlio; ma solo quando “lo vedremo com’Egli è” (1 Giovanni 3:2), saremo resi “simili” a Lui. Per questo Paolo scrive ai Tessalonicesi: “Il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Tessalonicesi 5:23).
Dunque, il nostro corpo è “per il Signore” perché è “del Signore”. Il nostro cuore è suo. Gliel’abbiamo dato con gioia quando abbiamo capito quanto era sporco e abbiamo creduto al suo amore e al suo perdono. Sono sue le nostre mani e i nostri piedi, e dobbiamo fare attenzione a dove andiamo e a quello che facciamo. Sono suoi i nostri occhi e le nostre orecchie, e ci dobbiamo impegnare a selezionare, secondo “i suoi gusti”, quello che guardiamo e che ascoltiamo. Solo così saremo felici e Dio sarà onorato.
(da “1200 giorni con Gesù”)