Non regni dunque il peccato nel vostro
corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze.
Romani 6:12
Siete stati comprati a caro prezzo.
Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.
1 Corinzi 6:20
A chi appartiene il
nostro corpo?
Un credente non può prendere come scusante
di una vita di peccato la sua debolezza umana, perché in lui c’è lo Spirito
Santo, “persona” divina che fornisce tutta l’energia necessaria per vivere
secondo Dio. Lo Spirito è a disagio se in noi vi sono dei vizi o dei
comportamenti corrotti, e si rattrista. E quando lo Spirito è rattristato noi
siamo dei cristiani in crisi, senza potenza, incapaci di rendere una
testimonianza efficace verso gli increduli.
Sia chiaro, nessuno di noi arriverà mai ad
essere perfetto sulla terra. La scuola che Dio ci fa nel corso di tutta la
nostra esistenza ha in vista proprio la nostra santificazione, perché possiamo
essere sempre più conformi all’immagine del suo Figlio; ma solo quando “lo
vedremo com’Egli è” (1 Giovanni 3:2), saremo resi “simili” a Lui. Per questo
Paolo scrive ai Tessalonicesi: “Il Dio della pace vi santifichi egli stesso
completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia
conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1
Tessalonicesi 5:23).
Dunque, il nostro corpo è “per il Signore” perché è “del Signore”. Il nostro cuore è suo.
Gliel’abbiamo dato con gioia quando abbiamo capito quanto era sporco e abbiamo
creduto al suo amore e al suo perdono. Sono sue le nostre mani e i nostri
piedi, e dobbiamo fare attenzione a dove andiamo e a quello che facciamo. Sono
suoi i nostri occhi e le nostre orecchie, e ci dobbiamo impegnare a
selezionare, secondo “i suoi gusti”, quello che guardiamo e che ascoltiamo.
Solo così saremo felici e Dio sarà onorato.
(da “1200 giorni con
Gesù”)