Avete
udito parlare della costanza (o pazienza)
di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore.
Giacomo 5: 11
La fede e la pazienza di Giobbe
Conoscete
la storia di Giobbe, colpito da così tante sciagure? Nell’arco di poco tempo
perse ogni cosa: prima i figli, poi il bestiame, la casa, la salute. Delle
ulcerazioni cutanee lo facevano tremendamente soffrire. Alla fine sua moglie
gli disse: “Lascia stare Dio e muori!” (Giobbe 2:9). I suoi amici, invece di
confortarlo, lo accusavano. Ed è in questa situazione che quell’uomo di fede
esclamò: “Ma io so che il mio Redentore vive… lo contempleranno i miei occhi”
(Giobbe 19: 25, 27).
Che
fede ammirevole! Aveva perso tutto, ma gli restava Dio! Sapeva di avere un
Redentore, un Salvatore vivente, e che un giorno, anche se la sua carne fosse
tornata alla polvere, lo avrebbe visto con i propri occhi, in un corpo nuovo.
Che livello di conoscenza poteva avere un uomo vissuto in epoca così lontana?
Non lo sappiamo. Ma quello che conta sono la sua certezza e la sua fiducia
nel Dio che non mente.
Che
esempio per noi! Noi abbiamo la Parola di Dio e lo Spirito Santo per
comprenderla e conosciamo il nostro Redentore, il Signore Gesù, che Giobbe non
poteva conoscere. Impegniamoci sempre, nei giorni sereni come in quelli
difficili, a nutrire la nostra anima con questa grande speranza: il nostro Redentore è vivente e ben
presto verrà a prenderci. “Sappiamo che quand’Egli sarà manifestato saremo
simili a lui, perché lo vedremo com’Egli è” (1 Giovanni 3:2).