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giovedì 7 febbraio 2019

07 febbraio


Avete udito parlare della costanza (o pazienza) di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore.
Giacomo 5: 11

La fede e la pazienza di Giobbe

Conoscete la storia di Giobbe, colpito da così tante sciagure? Nell’arco di poco tempo perse ogni cosa: prima i figli, poi il bestiame, la casa, la salute. Delle ulcerazioni cutanee lo facevano tremendamente soffrire. Alla fine sua moglie gli disse: “Lascia stare Dio e muori!” (Giobbe 2:9). I suoi amici, invece di confortarlo, lo accusavano. Ed è in questa situazione che quell’uomo di fede esclamò: “Ma io so che il mio Redentore vive… lo contempleranno i miei occhi” (Giobbe 19: 25, 27).
Che fede ammirevole! Aveva perso tutto, ma gli restava Dio! Sapeva di avere un Redentore, un Salvatore vivente, e che un giorno, anche se la sua carne fosse tornata alla polvere, lo avrebbe visto con i propri occhi, in un corpo nuovo. Che livello di conoscenza poteva avere un uomo vissuto in epoca così lontana? Non lo sappiamo. Ma quello che conta sono la sua certezza e la sua fiducia nel Dio che non mente.
Che esempio per noi! Noi abbiamo la Parola di Dio e lo Spirito Santo per comprenderla e conosciamo il nostro Redentore, il Signore Gesù, che Giobbe non poteva conoscere. Impegniamoci sempre, nei giorni sereni come in quelli difficili, a nutrire la nostra anima con questa grande speranza: il nostro Redentore è vivente e ben presto verrà a prenderci. “Sappiamo che quand’Egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’Egli è” (1 Giovanni 3:2).