La donna che teme il SIGNORE è quella che
sarà lodata.
Proverbi 31:30
Il giusto apprezzamento
La lode è buona e l’elogio è utile se sono
sinceri e in giusta misura. Il Signore, nella parabola di Matteo 25, loda il
servo fedele e gli dice: “Va bene, servo buono e fedele” (v. 21, 23). Anche
nelle lettere alle sette chiese dell’Asia Minore (Apocalisse 2 e 3) lo Spirito
Santo, almeno in cinque di esse, mette prima in evidenza le cose buone, il loro
amore, le loro opere, le qualità morali. Solo successivamente fa i meritati
rimproveri, dov’è il caso di farli.
Alcuni sono molto restii a fare elogi
perché temono di stimolare l’orgoglio; e non si può dire che abbiano
completamente torto. Chi ha di sé “un concetto più alto di quello che deve
avere” (Romani 12:3) si compiace degli elogi, e sarebbe bene che non ne
ricevesse molti perché gli farebbero del male. Dobbiamo essere saggi anche nel lodare gli altri, e il nostro livello spirituale si
manifesterà anche in questo.
È risaputo che tutti, fin da bambini,
abbiamo bisogno di riconoscimenti. Il consenso degli altri, se è sincero, ci fa
sentire amati e ci incoraggia. Ci aiuta a capire che non siamo inutili. Ci dà
energia per superare complessi di inferiorità o momenti di crisi e di
solitudine. Ma dobbiamo essere umili
quando riceviamo le lodi e, per così dire, dirottarle sul Signore dando a
Lui la gloria e l’onore; poiché, se abbiamo qualche pregio, lo dobbiamo a Lui e
solo a Lui. Molto spesso il rifiuto di ogni apprezzamento è una falsa umiltà.
Se dubitiamo sempre della sincerità di chi ci elogia, gli altri se ne
accorgeranno e finiranno per rinunciare ad esprimerci il loro affetto e la loro
stima. Non priviamoci della bella esperienza di essere amati, perché sentendoci
amati impariamo ad amare noi stessi e gli altri.
(da “La nostra lingua…
un fuoco”)