Il
cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno le
facoltà esercitate a discernere il bene e il male.
Ebrei 5:14
Distinguere il bene dal male
Il
credente che non è capace di distinguere il bene dal male non conosce ancora il
pensiero del Signore; è come un bambino che non è cresciuto. È rimasto bambino
perché, come nel caso degli Ebrei, è “diventato lento a comprendere” (5:11),
oppure perché è carnale, com’erano alcuni fra i Corinzi (1 Corinzi 3:1). Solo
un continuo esercizio personale rende esperti a distinguere il bene dal male. Nel versetto di oggi, infatti, è
precisato che le “facoltà” devono essere esercitate “per via dell’uso”.
Chi
è desideroso di onorare il Signore sottoporrà al suo giudizio tutti i propri
atti e le proprie scelte. E si chiederà: Sarà contento di questo il Signore?
Farà del bene agli altri? Sarà di buon esempio? Così, col tempo, la sensibilità
si affina.
Una
certa capacità di distinguere il bene dal male è innata nell’uomo. Infatti
l’apostolo Paolo, alludendo ai pagani, che non conoscono la legge di Dio, dice
che “quanto la legge di Dio comanda è
scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i
loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda” (Romani 2:15). Ma la
coscienza non è sufficiente. Il vero discernimento lo dà la conoscenza di Dio e
della sua Parola.
Il
male è disubbidienza a Dio; il male è Satana; il male è tenebre. Il bene è ciò che Dio approva; il bene è
luce; il bene assoluto è Dio stesso.