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mercoledì 27 febbraio 2019

27 febbraio


Il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male.
Ebrei 5:14

Distinguere il bene dal male

Il credente che non è capace di distinguere il bene dal male non conosce ancora il pensiero del Signore; è come un bambino che non è cresciuto. È rimasto bambino perché, come nel caso degli Ebrei, è “diventato lento a comprendere” (5:11), oppure perché è carnale, com’erano alcuni fra i Corinzi (1 Corinzi 3:1). Solo un continuo esercizio personale rende esperti a distinguere il bene dal male. Nel versetto di oggi, infatti, è precisato che le “facoltà” devono essere esercitate “per via dell’uso”.
Chi è desideroso di onorare il Signore sottoporrà al suo giudizio tutti i propri atti e le proprie scelte. E si chiederà: Sarà contento di questo il Signore? Farà del bene agli altri? Sarà di buon esempio? Così, col tempo, la sensibilità si affina.
Una certa capacità di distinguere il bene dal male è innata nell’uomo. Infatti l’apostolo Paolo, alludendo ai pagani, che non conoscono la legge di Dio, dice che “quanto la legge di Dio comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda” (Romani 2:15). Ma la coscienza non è sufficiente. Il vero discernimento lo dà la conoscenza di Dio e della sua Parola.
Il male è disubbidienza a Dio; il male è Satana; il male è tenebre. Il bene è ciò che Dio approva; il bene è luce; il bene assoluto è Dio stesso.