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martedì 8 dicembre 2015

8 Dicembre

Egli (il figlio ribelle) dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.
Luca 15:20

Il ritorno del figlio ribelle

Gesù raccontò questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: «Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta». Ed egli divise fra loro i beni. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: «… Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio…» Egli dunque si alzò e tornò da suo padre. Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.” (Luca 15:11-20).

Ancor prima che ci venga il pensiero di volgerci a Dio, Lui ci sta aspettando, pronto ad accoglierci a braccia aperte. Mentre andiamo a Lui confessando con sincerità i nostri peccati, il Suo cuore è ricolmo di compassione. Meritiamo forse una tale accoglienza? Certamente no, ma questa è l’immensa grazia di Dio riguardo al peccatore che si pente. Egli desidera far conoscere il proprio amore a questa povera umanità rovinata dal peccato e dalle sue conseguenze. “Io, io sono colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò più  dei tuoi peccati” (Isaia 43:25). Guai a chi lo respinge!