(Gesù
disse:) “Io non sono
venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori”.
Matteo 9:13
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore!
entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli”.
Matteo 7:21
Bisogna diventare più religiosi?
Alessandro chiacchierava con un suo
vicino di casa: questi si lamentava dei suoi gravi problemi di salute e temeva
il delicato intervento chirurgico a cui si sarebbe sottoposto di lì a poco.
Dopo qualche parola d’incoraggiamento,
Alessandro gli parlò di Gesù, unico vero sostegno per quelli che soffrono o che
si sentono soli. Gli raccontò la sua esperienza personale, di come Gesù lo
aveva consolato quando gli era mancata la moglie.
“Mi piacerebbe tanto avere la tua fede –
lo interruppe il vicino – ma lo sai, io non sono religioso.”
Alessandro rispose che Gesù non è una
religione, ma una persona che lo ha amato al punto di sacrificarsi per lui.
Gesù non è venuto in terra per parlare alle persone religiose, troppo spesso
contente di sé stesse e delle proprie pratiche. Non ha cercato di far diventare
le persone religiose ancor più religiose, ma si è rivolto a tutti quelli che
avevano sete di un’altra vita e che sentivano il peso dei loro peccati.
Alessandro, per proseguire la
conversazione, invitò il vicino per un caffè. Leggendo qualche passo del
Vangelo gli mostrò l’amore di Gesù verso i sofferenti, e gli spiegò che bisogna
ricevere il messaggio di grazia di Dio con la semplicità di un bambino.
Il vicino di casa di Alessandro ha
accolto con umiltà la parola di Dio e, poco a poco, tutto il suo essere
interiore, i suoi pensieri, la sua coscienza e il suo cuore si sono illuminati.
Il lavoro di Dio non porta ad aderire a
una religione, ma a vivere una relazione vera con Dio. A tutti quelli che
hanno ricevuto Gesù, “egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio”
(Giovanni 1:12).