In questa visione, Ezechiele vede uscire delle
acque da “sotto la soglia della casa”
(1), “dal santuario” (12). Queste
acque che ingrossano man mano che scorrono fino a diventare “un torrente che non si poteva guadare”
(5) sono una bella immagine della grazia di Dio che si rivela e le varie misure
della sua altezza rispetto alla nostra persona ci fanno comprendere le tappe
per “crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore
Gesù Cristo” (2 Pt
3:18).
Le
calcagna ci fanno pensare al nostro cammino diretti dallo Spirito Santo che ci
guida (Sl 143:10 – Ro 8:4);
le
ginocchia evocano la preghiera che siamo chiamati a esercitare mediante lo
Spirito Santo (Gd 20);
i
fianchi sono spesso nella Parola l’immagine dell’energia interiore che lo Spirito
rende più forte (Ef 3:16);
poi, il fiume può essere solo “attraversato a nuoto” e questo ci parla dell’estensione della
grazia di Dio che è infinita.
Ezechiele fa questo percorso in compagnia di un
uomo che gli fornisce di volta in volta le misure, così come noi dobbiamo fare
questo percorso in compagnia di Colui che ci fa delle comunicazioni così
grandi. Non afferreremo mai la portata della rivelazione della grazia di Dio,
ma dovremo, però, essere coscienti della sua immensità.
Noi apriamo spesso la Bibbia nella quale tutta la
grazia è rivelata, ma siamo in compagnia di Colui che la misura per noi?
“Poi mi
ricondusse sulla riva del torrente” (6). Una volta compreso l’immensità
della grazia possiamo solo scoprire che è là, sulle rive di quel torrente, che
gli alberi trovano le loro risorse. Sono alberi le cui foglie non appassiscono
e portano frutto nella loro stagione (12
– cfr. Sl 1:3 - Sl 92:13/14 – Gr 17:8) immagini della nostra testimonianza e
dei nostri frutti alla gloria di Dio.
È su quelle rive che ci sono “dei pescatori” (10)
immagine di color che sono stati chiamati in un modo particolare ad essere
“pescatori d’uomini”; e dove potrebbero trovare del “pesce” se non nel torrente
della “grazia di Dio”?
D.C.