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lunedì 21 dicembre 2015

Lo “stolto” - Salmo 14

Ogni uomo è “stolto” e può spiegare la sua condotta solo negando l’esistenza di Dio. Probabilmente  non lo  ha  sempre pensato,  ma  ha  agito sempre  come  se lo  pensasse.  Negare l’esistenza di Dio gli permette di mettere a  tacere la sua coscienza e fare la propria volontà.  Si è corrotto, si è reso abominevole agli occhi di quel Dio di cui nega l’esistenza  e non ha mai fatto il bene (1).

Fare il bene” (1) è il carattere della nuova vita che possiede il credente. Giovanni, scrivendo a Gaio, affermerà: “Chi fa il bene è da Dio” (3 Gv 11). Il Signore, parlando della risurrezione dirà che quelli che hanno operato bene” risorgeranno in risurrezione di vita mentre chi ha operato male risorgerà per il giudizio (Gv 5:28/29). Aver praticato il bene sarà la prova dell’esistenza della vita nuova ricevuta per fede nel Figlio di Dio e nella Sua opera perfetta.

Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti” (3). Dio ha dato all’uomo l’intelligenza necessaria per conoscere le cose dell’uomo (1 Co 2:11) e che permette di discernere, attraverso la creazione, l’esistenza di un Dio creatore (Ro 1:19/20) perciò lo stolto che ha detto in cuor suo: “Dio non c’è” è inscusabile.

Non invocano il SIGNORE” (4). Il discepolo Anania, parlando di Paolo al Signore, diceva che aveva il potere di incarcerare tutti “coloro che invocano il tuo nome” (At 9:14), ma anni dopo la sua conversione sarà Paolo stesso a rivolgersi ai credenti di Corinto, e non solo, come a coloro che “invocano il nome del Signor nostro Gesù Cristo” (1 Co 1:2).

Fare il male, sviarsi dalla verità, corrompersi, non invocare il nome di Dio, sono tutti caratteri che tipificano gli increduli in contrapposizione ai caratteri che distinguono un vero credente. Su questi “stolti” il giudizio di Dio sarà inevitabile. Il loro spavento sarà “grande” (5), perché “è terribile cadere nelle mani del Dio vivente” (Eb 10:31).


D.C.