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sabato 12 dicembre 2015

Sappilo aspettare! - Giobbe 35:1/16

Giobbe pensa che se potesse comparire davanti a Dio sarebbe riconosciuto giusto (13:18) ed è ciò che risulterà alla fine della sua storia, ma prima deve prendere coscienza dei motivi per cui Dio è intervenuto nella sua vita.

Non è un uomo che pensa a Dio per un interesse personale (3), stimando che vi possa essere, nella pietà, un guadagno per se stesso (Ml 3:14 – 1 Tm 6:5), è solo un uomo che è convinto di avere dei diritti da far valere (23:10/11).

Eliù rimprovera Giobbe (1) e gli risponde che né servire Dio sulla base della propria giustizia né il peccato abbassano la gloria di Dio (6/7) ma che queste hanno solo conseguenze nei confronti degli altri (8).

Come possiamo vivere questa realtà?

Eliù, ci propone tre atteggiamenti:
-       Spesso, messo alla prova dalle circostanze della vita, mi dimentico di cercare Dio (9/11) pur sapendo che è il mio Creatore e il solo che può concedermi dei “canti di gioia nella notte”. Lo accuso facilmente e non lo ringrazio abbastanza per l’aiuto che mi fornisce nel superare la prova;

-       se non vedo subito la risposta alla mia preghiera non mi fermo a riflettere che questa può non essere conforme alla Sua volontà, che è una “lamentela vana” (13) fatta secondo il mio desiderio (Gm 4:1/3);

-       forse Dio vuole solo che io sappia aspettare con pazienza la risposta ai miei bisogni e, per realizzarla, occorre che io sia consapevole che non dimentica nessuna delle mie richieste (14).

Riteniamo nei nostri cuori queste preziose verità:
-       il nostro Dio non ci abbandonerà mai (Sl 23:4),
-       portiamo a lui ogni nostra richiesta (Fl 4:6),
-       attendiamo con fiducia la Sua risposta (35:14)!


D.C.