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mercoledì 2 dicembre 2015

2 Dicembre

 “Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male”. E diceva: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!” Ed egli gli disse: “Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso”.
Luca 23:41-43

“Ricordati di me”

Il passo di oggi riporta le parole dette al Signore da uno dei due malfattori crocifissi con Lui. All’inizio, tutti e due lo insultano e gli lanciano una sfida: “Libera te stesso e noi!” Ma all’improvviso uno dei due cambia atteggiamento e rivolge a Gesù questa commovente richiesta: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Quell’uomo crocifisso riconosce di avere accanto a sé il Re e chiede il Suo favore, lui che poco prima lo insultava. Che cos’ha da far valere per ottenere il perdono e la grazia? Che meriti ha per entrare nel regno di Dio? Deve forse compiere delle opere straordinarie? No, anzi, ha appena riconosciuto pubblicamente di meritare quel supplizio e ha proclamato la perfetta innocenza di Gesù, crocifisso al suo fianco.
Cos’è che spinge quell’uomo ad appellarsi a Gesù? Nient’altro che la propria disperazione e il sentimento dell’immensa grazia del Signore. Le sue parole sono mosse da quella fede che accoglie Gesù come personale Salvatore, e ottiene una risposta che supera ogni attesa: “Oggi tu sarai con me in paradiso”! Un brigante introdotto in paradiso, in compagnia del Figlio di Dio! Sì, perché qualche istante dopo il sangue di Gesù colerà anche per quell’uomo, purificandolo da tutti i suoi peccati. Il sacrificio di Cristo lo renderà perfettamente degno di occupare il posto preparato per lui in quel luogo glorioso.

Non c’è nulla che dimostri con maggiore chiarezza che si è salvati per grazia e non per opere. Chiunque voi siate, che l’esempio di quell’uomo vi spinga a pentirvi e ad accogliere Gesù nella vostra vita, ad accettare il perdono che Dio vi offre grazie a Lui.