Attraverso un sorprendente linguaggio figurativo in cui si esalta la
grandezza del Creatore, Eliù introduce l’intervento diretto di Dio nella vita
di Giobbe. Il tema principale del suo messaggio è che noi spesso non riusciamo
a comprendere Dio (36:26), ciò che fa (12)
e come lo fa (13).
Mette davanti a noi il lato misterioso della sofferenza, ma noi sappiamo
comprenderlo quando siamo in mezzo alla tempesta?
Da un certo punto di vista questo linguaggio può sembrare togliere ogni
speranza ma i risultati prodotti dall’intervento divino ci mostrano come sia
volto allo scopo di produrre in noi dei frutti alla Sua gloria.
Questi versetti ci portano a comprendere meglio le vie di Dio a nostro
riguardo e ci portano a fare alcune considerazioni:
-
una stessa circostanza può essere impiegata da Dio sia in giudizio che
in benedizione (12/13);
-
chi vuole può udire la Sua
voce spesso tuonante e incomprensibile (5);
-
neve e ghiaccio possono interrompere le nostre attività (6/10) ma è
proprio la nostra debolezza che dovrebbe farci guardare verso il Creatore (6);
-
le nuvole si dispongono obbedendo alla Sua volontà (11/13) tanto più
dovremmo sottometterci anche noi;
-
la perfezione di Dio è dimostrata dalle cose che accadono e che
sottolineano i nostri limiti (14/18);
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noi non sappiamo sempre come rivolgerci a Dio in modo appropriato
(18/19) ma la prova ci porta a guardare verso orizzonti più lontani (21:22);
-
Dio è giusto e il nostro atteggiamento deve essere un rispettoso timore
(23:24).
Eliù nei suoi discorsi ha aperto nuovi orizzonti a Giobbe: ha
disapprovato i sentimenti di rivolta che spesso scaturiscono dal cuore nella
prova, ma non ha dimenticato di parlargli di grazia e delle cure dell’amore di
Dio.
Se comprendiamo queste grandi lezioni sulla prova allora sapremo vedere
al di là della circostanza e comprenderemo meglio quello che Dio vuole
insegnarci!
D.C.